25 maggio 2008

Asciugamani di tutto il mondo unitevi!



Come vi avevo già raccontato "La Guida Galattica per gli Autostoppisti dice alcune cose sull'argomento asciugamano. L'asciugamano, dice, è forse l'oggetto più utile che un autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica: ve lo potete avvolgere intorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta; potete sdraiarvici sopra quando vi trovate sulle spiagge dalla brillante sabbia di marmo di Santraginus V a inalare gli inebrianti vapori del suo mare; ci potete dormire sotto sul mondo deserto di Kakrafoon, con le sue stelle che splendono rossastre; potete usarlo come vela di una mini-zattera allorché vi accingete a seguire il lento corso del pigro fiume Falena; potete bagnarlo per usarlo in un comattimento corpo a corpo; potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della Vorace Bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete nemmeno lui possa vedere voi: è matto da legare, ma molto, molto vorace); infine potete usare il vostro asciugamano per fare segnalazioni in caso di emergenza e, se è ancora abbastanza pulito, per asciugarvi, naturalmente".



E dunque "happy towel day"... o, come si direbbe nel nostro idioma, buon asciugamano a tutti!

Fonte: .mau.

L'italiano per tutti (I)

Serendipità: capacità di cogliere e interpretare correttamente un fatto rilevante che si presenti in modo inatteso e casuale nel corso di un’indagine scientifica diversamente orientata (dal DeMauro).

Degna di nota anche la citazione da Wikipedia:
Serendipità è dunque - filosoficamente - lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra. Ma il termine non indica solo fortuna: per cogliere l'indizio che porterà alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere il valore di esperienze che non corrispondono alle originarie aspettative.

Oltre ad essere spesso indicata come elemento essenziale nell'avanzamento della ricerca scientifica (spesso scoperte importanti avvengono mentre si stava ricercando altro), la serendipità può essere vista anche come atteggiamento, e - come tale - viene praticata consapevolmente più spesso di quanto non si creda. Ad esempio tutte le volte che si smette di arrovellarsi nel ricordare un nome, nella speranza che l'informazione emerga da sé dalla memoria, in realtà ci si sta affidando alla serendipità.

Una famosa frase per descrivere la serendipità è del ricercatore biomedico americano Julius H. Comroe: «la serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino».
Le scienze di qualche mese fa aveva messo una vignetta che sembra fatta a proposito...

22 maggio 2008

Che numero sono?

Il Primo dei Primi...
Il Padre dei Pari...
Qualcuno disse il numero primo più dispari di tutti...
Sotto radice ha messo in crisi Pitagora...
Elevato alla n ne fa delle belle...

In altre parole:


I am the number
2
I am friendly

_

E tu, che numero sei?

21 maggio 2008

Questione di punti di vista...

PNG (255k):


GIF (94k):


Se si vuole la trasparenza, meglio la qualità al prezzo della dimensione o la dimensione al prezzo della qualità?

Pillole di saggezza

Ho seguito la mia ultima ora di lezione. Sto per dare l'ultimo esame. E poi?

La burocrazia per la germania è un pò in sospeso ma in dirittura d'arrivo... non sò ancora da quando inizierò, quale sarà lo stipendio, quanto durerà... vedremo.

Nel frattempo cerco di guardare avanti, ed ho paura. Vedo un vuoto da riempire fatto solo di incognite, e la mia unica sicurezza sembra annebbiata e sfuggente, lontana. Non riesco a mettermi in testa che il cambiamento in sé non è doloroso, ma lo è la resistenza ad esso. Non ho la forza (spero solo in questo momento) di continuare a credere che l'importante è fare le cose con passione e fermezza, e il futuro diventa quello che desidero (come è stato fin'ora). Spero sia solo un momento passeggero. Spero di ricominciare presto a sorridere come una volta.

Mi viene voglia di citare un saggio del passato (non chiedetemi chi che non me lo ricordo, ma data la metafora direi che fosse orientale):
Siamo come rane in mezzo ad uno stagno pieno di ninfee,
libere di muoversi in qualsiasi direzione.
Scegliendo la foglia su cui spiccare il salto,
segnamo il nostro destino.
Spero solo di riuscire a scegliere la foglia giusta. Anche perché ho abbastanza chiaro il futuro che voglio, e ancor più chiaro è con chi lo voglio. E non sono disposto a perdere questo sogno, costi quel che costi!

Se è vero che nella vita ogni esperienza è un'opportunità che ci viene offerta perché possiamo crescere e apprendere qualcosa di nuovo e perché possiamo cambiare, a nostro sommo beneficio.
Se è vero che avere un obiettivo chiaro focalizza tutte le esperienze in modo da raggiungerlo.
Se è vero che ognuno può arrivare dove vuole, purché lo voglia veramente.

Allora l'importante è farsi forza e tirare fuori i denti. Perché per certe cose vale la pena lottare e farsi coraggio!

Voglio crederci! Anzi, ci credo! Devo solo riuscire a ritrovare le forze e superare questo momento di malinconia e tristezza.

Sarà che ogni volta che si arriva ad un punto di svolta è giusto avere dubbi, o forse è solo colpa di questa pioggia incessante che martella i vetri da tre giorni... chissà? Di certo, buttare giù quello che penso, mi è servito per vedermi dall'esterno... e schifarmi! Le ultime settimana sembro me stesso solo in rari momenti... è ora di rialzarsi e ricominciare a correre con il leone e la gazzella! E' ora che questa piggia smetta di cadere ed esca il sole!

Alle volte basta poco per rendersi conto delle cose, altre basta una sorpresa che ti scuote il cuore abbastanza da cambiare il modo in cui guardi le cose per pochi minuti. L'importante è accorgersene!

Credo che sia ora di terminare questo flusso di coscienza (senza la i? ma nooo, con la i! E' conoscenza quella senza) e mettermi al lavoro. E' ora di fare questo benedetto esame e farla finita di sfruttare il mio status privilegiato di studente, così da poter finalmente costruire il futuro che voglio.

E' strano come buttar giù il proprio pensiero, a volte, permetta di cambiarlo così rapidamente.

A presto,
doc

19 maggio 2008

Piccole verità

Sapete tutti cosa penso delle catene... ma, spesso, è sufficiente privarle delle sfighe e delle fortune che porteranno per avere storie ed aneddoti che vale la pena leggere. Questa è una di quelle (preventivamente privata della sua catenosità).
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: 'Sono cieco, aiutatemi per favore'.
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato. Il pubblicitario rispose: 'Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo'. Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: 'Oggi è primavera e io non posso vederla'.
Morale: cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.
Thanks to Bebo per la catena (ma guai a te se la prossima volta lasci la parte che io ho tolto!).

18 maggio 2008

L'unione fa la forza

E questo vale tanto per un branco di leoni contro un bufalo quanto per una mandria di bufali contro un leone!

Buona visione.

14 maggio 2008

Carnevale della Matematica 1

Ovvero "il luogo (?) da cui si diffonde la matematica in tutto l'universo".

Volevo segnalare l'uscita del primo unico vero inimitabile Carnevale della Matematica.

Cito direttamente il sito che lo ha pubblicato:
Avrete notato che di fianco al titolo di questo post compare anche un numero ordinale: 1. Questo sta a significare due cose: che state leggendo il primo carnevale e che ce ne saranno altri (si spera; noi contiamo di arrivare almeno fino all'ordinale $\omega$, poi si vedrà). La data prescelta per le pubblicazioni è il 14 di ogni mese: il fatto che 1 e 4 siano le prime due cifre dello sviluppo decimale di $\pi$ non è casuale.

L'invito a partecipare è aperto a tutti, il prossimo carnevale si terrà il 14 giugno presso le notiziole di .mau..

E' pieno di cose interessanti e ad ogni livello, e visto che siamo stati citati sia io che iRick, fateci un salto anche voi ;)

Ciao a tutti,
doc

13 maggio 2008

Principio di Marci...

...ovvero il potere è (generalmente) inversamente proporzionale all'intelligenza!

La proposizione non necessita di dimostrazione in quanto fatto evidente.

Questo post non è tanto per me, fiducioso studentello che spera dopo il dottorato (all'estero) di riuscire a rimanere nell'università (italiana), quanto per tutti quegli studenti che stanno facendo un corso di lingue. Io, come quasi matematico, fortunatamente sono fuori dai futuri provvedimenti universitari.

Il motivo della pazzia del CRUI, ennesima conferma del principio di Marci, è chiaro in un documento che girava oggi a Mestre nelle aule di Lingue Orientali e di cui ho avuto solo una conoscienza telefonica. Il breve testo della petizione che vi propongo non è chiaro allo stesso modo, ma fa la sua parte.
I sottoscritti, studenti delle università italiane e studenti di scambio presso gli atenei italiani, chiedono che venga al più presto definito in modo univoco il ruolo dei Lettori/CEL (Collaboratori ed Esperti Linguistici) all’interno del sistema universitario italiano, per istituzionalizzare definitivamente e inequivocabilmente i loro insegnamenti.
I firmatari ritengono i corsi tenuti da questi insegnanti indispensabili per la propria formazione e qualificanti per l’ingresso nel mondo del lavoro, sempre più competitivo e caratterizzato da una forte mobilità internazionale. La mancanza di una legislazione chiara che riconosca di fatto le attività didattiche effettivamente svolte da questi insegnanti universitari di madrelingua nuoce direttamente agli interessi degli studenti degli atenei italiani, non garantendo un servizio fondamentale qual è quello della formazione linguistica universitaria e non riconoscendo sempre questi corsi nei piani di studio.
Pertanto vi invito a firmare, soprattutto se avete a che fare con l'università!

12 maggio 2008

In risposta

In risposta al commento di Samulo.

Sono felice che qualcuno trovi interessante quello che ho da dire e ancora di più mi fa piacere che me lo dica così apertamente. Sfrutto l'occasione per un delirante flusso di coscienza.

Più leggo quello che scrivo, più penso a quello che dico, più credo che (come buona parte della categoria dei matematici) mi illudo di capire il mondo ma sono solo un ingenuo che viene manovrato dal mondo. Siamo seri, parlo per ovvietà: dico sempre cose ovvie (almeno dal mio punto di vista). Forse più per deformazione professionale che altro. La matematica è malleabile, ci puoi giocare e te la puoi rigirare come vuoi, puoi raggiungere antinomie, paradossi, tautologie e stranezze di ogni tipo, puoi rasentare livelli di astrazione così alti che fai fatica a capire di cosa parli, ma è ovvia.
Dato un sistema di assiomi e delle regole deduttive, se il sistema che hai creato è sufficientemente ben definito, con tanta fatica e l'aiuto del tuo ingegno, della fortuna o del divino puoi creare una teoria bella e nuova quanto vuoi, ma quando avrai finito il tuo lavoro, seppur soddisfatto della tua creatura (o della tua capacità di leggere le leggere il superuranio), in genere, non potrai non convenire che hai fatto cose ovvie!

Potreste non essere daccordo con me e dire che la matematica è difficile. Difficile perché c'è da imparare a giocare con cose che spesso e volentieri non esistono (almeno fisicamente). Difficile perché c'è da ricordare tante regole, c'è da stare attenti ad essere formali, c'è da stare attenti a tante altre cose. Resta il fatto che quasi tutta la matematica è fatta da se e allora, che ogni affermazione non può essere considerata ovvia ma solo fino a prova contraria. Una proposizione dimostrata diventa ovvia.

Leggete un libro o un articolo di matematica. In linea di massima ogni paragrafo contiene le parole "E' ovvio che", "ovviamente", "banalmente" anche quando parla di cose così astratte e delicate che anche solo la definizione può mettere in crisi. Ma, attenzione, non per peccato di megalomania di chi scrive, bensì perchè una proposizione dimostrata per la matematica (e dunque non per lo sventurato lettore) è ovvia!

Tutto questo, per quanto potrebbe sembrare solo un delirio, mi porta a dar ragione ad Arthur Conan Doyle che, ne "Il mastino dei Baskerville", scrive
Il mondo è pieno di cose ovvie
che nessuno si prende mai la cura di osservare.
E, nel contempo, mi porta a ringraziare per l'ennesima volta la mia musa Miso, che l'altro giorno mi ha fatto notare una frase di J.P. Hebel:
La saggezza più alta si cela dietro la disposizione semplice e naturale delle cose, e proprio perché tutto è semplice e naturale nessuno la riconosce.
Un modo più poetico per ribadire quanto scritto.

Ora sarò io a peccare di modestia ma, se il mio ragionamento fila, sono felice di scrivere delle ovvietà!

N.B. Tutto questo non vuole sminuire la più bella delle scienze. Era solo per mettere un puntino sulla i di Matematica...

04 maggio 2008

Gente di un certo livello

Pochi tempo fa ho scoperto che nonno è stato presidente della Cassa Rurale di Colmurano e Recanati.
L'altro giorno ci raccontava che, all'inizio, i presidenti lavoravano perché avevano interesse a creare un organismo che fornisse un servizio valido ed utile ai propri concittadini e, proprio in virtù di questa passione e di questo spirito di fratellanza, lavoravano gratis! Ci raccontava come preferissero trattare bene i piccoli risparmiatoi ed i pensionati piuttosto che stare dietro ai clienti con grossi conti, che c'erano e non venivano trattati male, è vero, ma che non erano il grosso dei risparmiatori.
Si puntava alle persone di tutti i giorni, si anticipava l'attuale idea del microcredito, si puntava su quelle realtà sempre più trascurate ed emarginate da banche e stato che sono, tuttavia, il centro economico e lavorativo dell'Italia.

Al giorno d'oggi, sembra assurdo pensare che un direttore amministrativo o il presidente di una banca lavorino gratis. Basti pensare che addirittura si paga (molto cara) l'uscita a degli incompenti la cui unica bravura è mettere in crisi compagnie monopolistiche (e ce ne vuole di abilità per fare una cosa del genere!).

Poi l'altro giorno, leggendo gli aggiornamenti su ZeusNews, sono rimasto interdetto... in realtà il fatto che riporto qui sotto è decisamente poco inerente al discorso di cui sopra, ma resta un raro esempio di come si dovrebbe lavorare a certi livelli, rischiando di tasca propria ed evitando di approfittarsi di uno statalismo monopolista ingenuo e corrotto come quello italiano. Certo si tratta di plurimiliardari e non di piccoli imprenditori o lavoratori autonomi, ma resta un piccolo esempio importante.

Redditi: il Ceo di Yahoo guadagna un dollaro l'anno
Jerry Yang prende solo uno stipendio simbolico e non si vergogna di ammetterlo. Un esempio da seguire.

Qual è lo stipendio di un miliardario che si è arricchiato grazie alla propria creatura, uno dei primi motori di ricerca che attualmente fa gola a qualche colosso? Soltanto un dollaro all'anno.

Il co-fondatore e (da giugno) Ceo di Yahoo, Jerry Yang, nello scorso anno non ha ricevuto niente dalla propria azienda: né bonus, né stock option né altro. Si è accontentato dello stipendio simbolico che percepisce tradizionalmente.

In realtà, Yang non è l'unico a comportarsi in questa maniera: già paghi del denaro accumulato sono anche Steve Jobs, Ceo di Apple, e i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin.

La scelta di Yang sarà sicuramente molto più gradita agli azionisti di Yahoo rispetto a quella del suo predecessore, che nel 2006 ha incassato 71,7 milioni di dollari mentre la società non navigava certo in buone acque, all'inizio di quel processo che la potrebbe veder finire tra le braccia di Microsoft.

Il 26 aprile, infatti, è scaduto l'ultimatum lanciato da Steve Ballmer; entro la fine della settimana è atteso l'annuncio della prossima mossa, che potrebbe vedere Redmond rivolgersi direttamenta gli azionisti di Yahoo.