24 dicembre 2007

Buone feste!!!

Riproporrei volentieri il sempre più attuale video dell'anno scorso. Ma sarebbe monotono...

Già che ci siamo, visto che vi ho parlato del Pastafarianesimo, non vedo perché non perseverare nel diffondere il verbo...

TANTI CARI AUGURI di BUON NATALE, GRANDIOSO 2008 e DOLCE BEFANA!
(perché non ci pensa mai nessuno alla befana???)

E per chi crede di essere già nel 3000... BUON NASALE!

E per tutti gli altri, che non credono a nulla di quanto detto, risparmiatemi di citare le feste per ogni credo religioso e accontentatevi di un affettuoso BUONE FESTE!

Ciao a tutti,
doc

19 dicembre 2007

Lettera...

Riporto questa lettera che da qualche tempo circola su internet, mi farebbe piacere se TUTTI lo commentaste:
Data 19.12.2007
  • In considerazione di quanto sta avvenendo nel nostro Paese e nelle nostre città, evincendo dai quotidiani le sentenze emesse nei confronti di cittadini extracomunitari che, clandestini e spesso pregiudicati, continuano a delinquere liberamente;
  • Considerata la loro possibilità di poter continuare ad usufruire di tutti i servizi (salute, casa, scuola, etc. ) con anzi una corsia preferenziale per il loro ottenimento;
  • Considerata la possibilità per queste persone di compiere attività illegali ed avere comportamenti illeciti senza mai dover rendere conto alle leggi di questo Stato e tantomeno alla Comunità;
  • Considerato che NON contribuiscono al mantenimento dell'apparato sociale di questo Stato in nessun modo:
CHIEDO

Che mi venga tolta la cittadinanza italiana e di essere considerato a tutti gli effetti un immigrato clandestino e, come tale, essere trattato e giudicato.

In attesa dell'ottenimento di quanto richiesto provvederò ad un comportamento consono al mio nuovo status ed, in particolare:
  • Sospensione dei pagamenti di tutte le tasse locali, statali e sociali.
  • Occupazione abusiva di locali ove poter vivere indisturbato.
  • Svolgimento di attività più o meno lecite per il mio sostentamento(furto, rapina, spaccio, lavoro nero etc..).
  • Sospensione RC auto, revisione automezzo e patente.
  • Richiesta di sussidio di mantenimento con il sostegno delle organizzazioni sindacali, politiche e sociali preposte al mio inserimento sociale, culturale e lavorativo.
Certo che questa mia richiesta venga presto esaudita, nel convincimento che "La legge è uguale per tutti" ritengo doveroso che, le sentenze applicate fino ad ora, saranno le stesse che verranno applicate nei miei confronti.

Cordiali saluti

Il matematico

17 dicembre 2007

Le storie più curiose di perdita di dati

Le dieci disavventure informatiche più curiose, raccontate in una singolare classifica: dalle chiavette Usb lavate in lavatrice all'olio versato dentro il disco fisso per renderlo più silenzioso.

fotolia
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-12-2007]


Kroll Ontrack, azienda specializzata nel recupero dati che ha recentemente attivato una propria "camera bianca" in Italia, presenta le dieci storie più curiose legate alla propria attività.

10. Tutto in lavatrice
Una signora disperata ha richiesto l'intervento dei tecnici per aver lavato tutti i suoi dati... La sua chiavetta Usb è accidentalmente caduta nella lavatrice e dei suoi preziosi dati non è rimasto neanche un alone.

9. Papà informatico
Un padre di famiglia, tornato di fretta dal lavoro per dar da mangiare alla sua bambina, ha dimenticato in tasca una chiavetta Usb. Chinandosi sul seggiolone, il dispositivo si è inabissato in un appiccicoso purè di mele.

8. Pesca pericolosa
Un pescatore ha pensato di ingannare il tempo in attesa della preda, giocando con il suo laptop. Alzandosi in piedi per prendere la canna da pesca, il pescatore è finito in acqua insieme al suo computer, trascinando tutti i dati sul fondo del lago.

7. Fotografo sull'orlo di una crisi di nervi
Un fotografo di matrimoni ha rischiato di subire le ire di una sposa, quando ha scoperto di aver sovrascritto le sue fotografie con quelle di un altro evento. Due giorni prima che la coppia tornasse dalla luna di miele, il fotografo ha chiamato i tecnici per chiedere aiuto. La sposa non ha mai saputo nulla.

6. Esperimenti corrosivi
Nel corso di un esperimento uno scienziato ha versato dell'acido su un disco fisso esterno. Ritenendo che tutti i dati fossero stati bruciati, ha chiamato gli esperti di recupero dati che alla fine in qualche modo sono riusciti nell'impresa.

5. Tafferugli aziendali
In Australia, nel bel mezzo di un litigio un uomo d'affari ha lanciato una chiavetta Usb contro il socio. La chiavetta, contenente importanti progetti e presentazioni aziendali, è finita sul pavimento frantumandosi in mille pezzi. Fortunatamente progetti e presentazioni sono stati recuperati e salvati.

4. Al fuoco!
Un incendio ha distrutto gran parte dei documenti presenti in un ufficio, risparmiando solo alcuni Cd. Questi però si erano fusi con la custodia in plastica. Un gran lavoro per i tecnici specializzati ma, anche in questo caso, il recupero dei dati è andato a buon fine.

3. Alla ricerca della tranquillità
Uno scienziato britannico, sentendo cigolare il suo disco fisso, vi ha praticato un foro e ha versato dell'olio nei meccanismi. Il disco ha smesso di fare rumore, ma anche di funzionare.

2. Para-cadute?
Per testare le funzionalità di un paracadute, una telecamera è stata lanciata da un aereo. Sfortunatamente il paracadute ha fallito il test e il fragile oggetto si è frantumato al suolo in mille pezzi. I tecnici di recupero dati sono riusciti a riassemblare il supporto di memorizzazione della videocamera e a recuperare il filmato del mancato funzionamento del paracadute.

Ma l'incidente più curioso in assoluto tra tutti quelli registrati nel 2007 è:

1. Il formicaio nel disco fisso
Scoprendo che delle formiche avevano preso dimora in un disco fisso esterno, un fotografo tailandese ha rimosso il rivestimento e spruzzato un insetticida al suo interno. Le formiche non se ne sono andate, mentre i dati contenuti sì... almeno fino al recupero.

13 dicembre 2007

La Cueva de los Cristales

La Cueva de los Cristales, o Miniera dei Cristalli, si può ragionevolmente considerare una delle meraviglie del mondo!

Questo meraviglioso museo naturale si trova in Messico, nel deserto di Chiuaua, vicino alla città di Naica, ed è uno (forse l'unico) luogo al mondo in cui si trovano formazioni cristalline di selenite (una forma purissima di gesso) di oltre 10 metri di lunghezza e di quasi 2 di diametro.
Vi piacerebbe visitarle, eh??? Peccato che la temperatura della grotta si aggiri attorno ai 48°C, con un'umidità quasi al 100%, condizioni insopportabili dall'uomo se non per pochissimi minuti.

Quindi mettetevi il cuore in pace e godetevi le immagini che riuscite a trovare in Internet, che cominciano ad essere molte visto che un gruppo di speleologi italiani (La Venta) ha ottenuto il vialibera per un'esplorazione approfondita della grotta. Trattasi del progetto Naica-Pelenos, un progetto di ricerca scientifico di durata triennale, iniziato nel gennaio 2006, e descritto molto dettagliatamente nel sito naica.laventa.it volto a svelarci i misteri della grotta e del pianeta.

Potete trovare ulteriori informazioni sulla grotta su:

Ecco perché mi vergogno di essere italiano...

Come mai ogni volta che si riesce a fare qualcosa di logico, sensato e potenzialmente corretto, i nostri dipendenti al governo riescono sempre a mettercelo nel c***???

Già sto strano di mio perché ormai sono due governi che mi sento preso in giro (prima ero ancora troppo piccolo per rendermene conto), poi fanno certe uscite... c'è da farli fuori tutti! Siamo la burla del resto del mondo! Pure il Mali ormai ride dell'Italia e soprattutto degli italiani? Possibile che non riusciamo a farla sta ca**o di guerra civile?

Cmq, bando alle ciance, traggo dal Corriere la cosa che mi ha fatto infuriare stamattina:

La riforma aveva già avuto l'ok di Palazzo Madama
E alla fine la Camera tagliò i tagli
I deputati sopprimono il tetto agli «stipendi d'oro» dei manager pubblici

Taglia, taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli. L'ultimo a essere soppresso è stato il tetto agli «stipendi d'oro». Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi, d'ora in avanti i «grand commis» pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese. Eppure, dopo tante retromarce nella sbandierata moralizzazione avviata solo per placare l'indignazione popolare, pareva che almeno questo principio fosse acquisito: chi lavora per la sfera pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende di Stato alle municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e pensioni troppo alte. Per mille motivi. Perché le nomine sono spesso dovute non alle capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in cambio di certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto «gentilezze» al partito di riferimento. Perché nel mondo privato, tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le sicurezze del sistema pubblico.

Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato, all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: «Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo presidente della Corte di cassazione». Cioè 275 mila euro l'anno. Chiaro? Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati con soldi pubblici. Compresi «i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di controllo di società non quotate, i dirigenti». E se per trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo: «Il limite non si applica alle attività di natura professionale e ai contratti d'opera» se si tratta di «una prestazione artistica o professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni dì effettiva concorrenza». E se invece si trattasse di strappare alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste eccezioni erano previste. Come eccezioni, però. Le nuove regole infatti, diceva l'articolo 144, «non possono essere derogate se non per motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a tre anni». Di più: dovevano ottenere la firma del capo del governo e rientrare «nel limite massimo di 25 unità. Corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità». Riassumendo: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato (quindi niente pensioni d'oro e niente liquidazioni stratosferiche) potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. E guai a chi faceva il furbo perché ogni contratto doveva d'ora in avanti essere trasparente. Di più: «In caso di violazione, l'amministratore che abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare eccedente la cifra consentita».

Non bastasse, l'articolo fortissimamente voluto soprattutto da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori del libro «I costi della democrazia», metteva un altro candelotto sotto i privilegi di certi boiardi di Stato: il divieto del cumulo di poltrone, a meno che non accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende. Insomma: una piccola grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di mettere ordine in un sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini basiti davanti a casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che guadagnava alle Ferrovie circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne andò, per andare a guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione per «raggiungimento risultati » (il pareggio) di 6,7 milioni. O del suo successore Elio Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate con un buco di 2 miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7 milioni. O ancora quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e mezzo di euro l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di direttore generale. Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle da capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4 milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2 milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No. E così, subito dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare l'articolo 144, a partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga. Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il governo, tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il messaggio all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo: marameo.

Lo stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli italiani i componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice mondiale sul clima: 52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff che altre delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a Montreal, l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due agenti di scorta. Sarà. Ma ci restano alcune curiosità: come mai, nel mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della Regione Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta?

Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella

Roboviolinista

Attenti a voi...

... per la serie "non c'è più religione"...

... il talento artistico dei robot sta arrivando: Toyota presenta il primo roboviolinista del mondo!
The new personal robot is a part of Toyota’s Global Vision 2020. The 152-centimeters (5-foot) tall two-legged robot is capable of playing violin. It makes use of its mechanical fingers to push the strings and plays the bow with its other arm. It touts 17 movable joints that endow it with the capability to conduct domestic duties and assist in nursing. The violin-playing robot responds to voice commands and boasts of advanced face recognition.
Potete anche vederlo (e sentirlo) in questo video:


Fonte: BornRich

10 dicembre 2007

A MORTE TRENITALIA

Che bello, abbiamo prenotato i biglietti per Innsbruck... e pure con lo sconto!!!

Se non fosse che il bigliettaio si è sbagliato e ci ha fatto andata e ritorno nello stesso giorno e non con due giorni di differenza... dovremmo arrivare a Innsbruck alle 10.30 per essere ripartiti alle 9.30 della stessa mattina, e sembra un po' difficile da fare (oltre che grammaticalmente strambo)...

Purtroppo non ci siamo accorti subito dell'errore e 2 ore e 15 minuti dopo aver fatto il biglietto eravamo allo sportello della biglietteria. Nulla, biglietto da buttare e altre 58 euro da pagare perché il biglietto può essere cambiato solo entro 2 ore (anche se è una prenotazione per un treno che parte tra 2 settimane!!!).
Vi sembra normale che il servizio di trasporti pubblici (che grazie al furbo Presidente del Consiglio non è più pubblico ed è gestito da cani) sia così ladro??? Posso capire che il biglietto con prenotazione non sia rimborsabile se uno perde il treno o lo vuole cambiare il giorno della partenza, ma almeno 24 ore per chi prenota con largo anticipo potrebbero considerarle!
E in ogni caso, anche non rimborsando la quota relativa alla prenotazione, mi sembra doveroso rimborsare almeno il costo della tratta che non potrà essere percorsa. E' come se riportiamo al negozio un vestito nuovo e si tengono il capo che riportiamo, senza però sostituirlo/rimborsarlo! Il diritto di recesso dura 15 giorni... perché lo legge non è uguale per i biglietti del treno inutilizzabili?



Adesso sono parecchio incazzato per questa cosa, un po' con me che non ho controllato subito i biglietti, un po' con la biglietteria che ha sbagliato il biglietto e con quella che non lo ha cambiato e molto con trenitalia che pensa solo a rubarci più soldi che può...
Voglio solo rilassarmi un po', vi lascio un simpatico video... riconoscete la canzone?

06 dicembre 2007

MiniBo...

...a quattro passi da casa.


...alla stazione.




...a Bressanone (duqnue MiniBrixen).


...al Circo dei Saltimbanchi al Lido Bello di Porto Potenza Picena (MC)

04 dicembre 2007

Qualche mito da sfatare

Qualche mito da sfatare
di Matteo Moro

Avevo quasi rinunciato a spiegare alla gente i vantaggi del software libero: mi ero quasi assuefatto ai pomposi discorsi aziendali (=di aziende che non sanno neanche cosa sia il software libero) sul fatto che sotto Linux la nostra stampante non funzionerà, sul fatto che gli utenti sanno usare Windows, sanno usare Office e su altre minchiate di questo genere. Poi ho letto un articolo del buon Gigi Cogo e hanno iniziato a prudermi le mani… La prima reazione è stata quella di ignorare la cosa e salvarmi l’articolo per rileggerlo a mente fredda. L’ho riletto e mi sono ripromesso di evitare le polemiche inutili. Poi però mi sono detto “eh no, cazzo, le cose bisogna dirle come stanno“.

Partirò da un paio di presupposti, un po’ esagerati ma che rendono l’idea di quale sia la situazione:

  1. L’utente medio NON SA USARE nessun sistema operativo. Ci sono problemi nello spostare un file da una cartella a un’altra, nel distinguere la password di sistema da quella di un applicativo, nel comprendere il significato del tasto Caps-Lock (con conseguente elezione a “mago dei computer” di chiunque lo prema nel momento giusto quando la password “non funziona più”), anche solo nel rendersi conto di quale sia la cartella nella quale si sta salvando un documento. Parlo di persone che sono perfettamente in grado di svolgere compiti molto più complessi, come guidare un’automobile o districarsi in un processo di fatturazione.
  2. Lo stesso utente medio NON SA USARE nessun software di office-automation. Per formattare un testo si utilizzano spazi o, nel caso migliore, tabulazioni. L’allineamento è un’entità sconosciuta. Una semplice formula in un foglio di calcolo (anche una somma, mica ricerche complesse) sono qualcosa di incredibile.
  3. Sempre lo stesso utente medio NON SA USARE nessun client di posta elettronica. E’ tuttora un mistero il fatto che la posta possa essere organizzata in cartelle. Scaricare e salvare un allegato è spesso un’impresa titanica, per non parlare dello scrivere un’email che sia leggibile dal destinatario senza rischiare conati di vomito. Della possibilità di gestire filtri per organizzare la posta in arrivo in maniera semi-automatica non voglio neanche parlare.

Ai tre punti precedenti, mi sento di aggiungere che buona parte (per non dire la maggior parte) del personale IT ha competenze che superano di poco quelle degli utenti. Dalle mie esperienze degli ultimi anni, mi sento di dire che la situazione in cui un PC arriva nelle mani dell’utente è disastrosa. Accesso come Administrator (si, perchè se non sei administrator o equivalente un sacco di ottimo software gestionale, pagato a peso d’oro, non prova neanche a funzionare), sistema configurato così come esce dai negozi (pieno di software inutile e pesantissimo, millemila effetti grafici di dubbio gusto, servizi inutili attivi di default), software in versione demo perchè “tanto era già lì”, nessuna formazione agli utenti sull’utilizzo almeno dei software più comuni. L’idea comune secondo la quale Windows è facile” è una colossale cazzata messa in piedi dal marketing, non ha nulla a che fare con la realtà: è bene metterselo in testa.

E’ in questo genere di situazioni che sistemi come Windows danno il meglio di sè. La fama è quella del “sistema di merda“, quindi se qualcosa non funziona si può sempre dare la colpa a Bill Gates o al produttore di un certo gestionale che mi ha obbligato a configurare il sistema in un certo modo. La verità è un’altra: prendere decisioni su grossi insiemi di hardware e software è difficile, e richiede conoscenze maggiori di quelle che la maggior parte dei dipartimenti IT possiede. Prendere decisioni implica anche il fatto di assumersi responsabilità, ed è risaputo quanto sia facile, specie in ambito aziendale, dare la colpa all’IT quando le cose non funzionano. Non importa se i problemi stanno da altre parti, dare la colpa all’informatico, o presunto tale, di turno è la via più comoda e credibile.

La cosa importante per i dipartimenti IT, a questo punto, diventa avere qualcuno su cui scaricare le colpe. Il fatto che le cose funzionino bene o male diventa secondario. L’uso di software libero in azienda presuppone dunque diverse difficoltà, tutte per il settore IT:

  1. Ci vuole competenza. In realtà ci vorrebbe anche utilizzando software non libero, ma in quest’ultimo caso è più semplice mascherare l’incompetenza dietro a un “riavvia” che spesso risolve ogni misterioso malfunzionamento senza essere costretti a capire quello che succede.
  2. Ci vogliono palle d’acciaio, per evitare che vadano in mille pezzi ad ogni discussione con fornitori di hardware e software che non hanno idea di cosa sia ODBC o se il loro prodotto sia o meno funzionante con Linux. No, Linux non è RHEL o SLES con i loro moduli proprietari: Linux è quello che trovo su kernel.org, e prima di comprare una periferica voglio sapere se sia supportata nativamente o meno. Una volta trovati i fornitori giusti, però, la strada è in discesa.

A queste, se ne aggiungono altre che non sempre sono superabili: la prima è la migrazione da un sistema esistente. Avere anni di dati salvati in formati proprietari può rendere impossibile una migrazione. Una migrazione in genere, non una migrazione a Linux: il problema sta nei formati di merda che stiamo utilizzando, ma spiegarlo all’azienda è un problema dell’IT. Va detto che migrare da un sistema ad un altro è SEMPRE problematico, non dipende dal fatto che il sistema verso cui si migra sia Windows, Linux o Cazzabubbola-OS. E’ il passaggio in sè che è sempre difficile e questo va ficcato bene in testa a chi sostiene che sia Linux ad essere difficile da usare/gestire. No! Il difficile è il passaggio, a qualunque sistema tu decida di passare!

Sono consapevole del fatto che questo discorso potrebbe diventare eterno, ma per oggi mi fermo qui. I commenti, a patto che le mani siano guidate da cervelli in buone condizioni, sono sempre qua sotto.

29 novembre 2007

La compilation dei disastri informatici

I peggiori disastri informatici della storia.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-11-2007]

Fotolia
Foto via Fotolia


Zdnet ha pubblicato una simpatica lista, decisamente consolatoria, dei peggiori disastri informatici della storia, escludendo però quelli che hanno causato morti o feriti. Ma così è troppo blanda, per cui mi sono permesso di aggiungere qualche altro disastro. Ecco un assaggio.

1983: il sistema di difesa antimissile sovietico

Un baco nel sistema sovietico di avvistamento avanzato dei missili intercontinentali segnalò erroneamente che gli Stati Uniti avevano lanciato contro l'Unione Sovietica cinque missili con testate nucleari. Per fortuna l'ufficiale in servizio, Stanislav Petrov, ebbe la sensazione che ci fosse qualcosa che non quadrava: perché gli USA avrebbero dovuto attaccare usando soltanto cinque missili? In realtà era un difetto del software che doveva eliminare i falsi rilevamenti dei satelliti di sorveglianza, che rilevano il bagliore del lancio dei missili ma a volte si fanno ingannare dai riflessi del sole sulle nubi.

1990: collassa la rete telefonica USA

Settantacinque milioni di telefonate in tutti gli Stati Uniti cadono nel vuoto perché una singola centrale subisce un piccolo guasto. Il software di gestione, aggiornato da poco, contiene una sola riga sbagliata che causa un effetto domino che fa collassare tutte le altre centrali.

1962: sonda spaziale USA distrutta da un trattino

La sonda automatica Mariner 1 decolla da Cape Canaveral, ma invece di dirigersi verso Venere, subito dopo il lancio piega a sinistra e punta verso il basso. La NASA è costretta a farla esplodere in volo per evitare che causi danni precipitando intera.

Il rapporto pubblicato in seguito dalla NASA ammette che la causa dell'errore è un singolo trattino mancante da una riga di codice Fortran del programma di guida automatica della sonda. Secondo il rapporto, "in qualche modo, un trattino era stato eliminato dal programma di guida caricato sul computer, consentendo ai segnali errati di ordinare al razzo vettore di deviare a sinistra e puntare il muso verso terra... Basti dire che il primo tentativo americano di volo interplanetario è fallito per mancanza di un trattino" ["Somehow a hyphen had been dropped from the guidance program loaded aboard the computer, allowing the flawed signals to command the rocket to veer left and nose down...Suffice it to say, the first U.S. attempt at interplanetary flight failed for want of a hyphen."].

Il vettore e la sonda costavano oltre 80 milioni di dollari, inducendo Arthur C. Clarke (grande scrittore di fantascienza, nonché inventore dei satelliti geostazionari) a battezzare questa missione come "il trattino più costoso della storia" ["the most expensive hyphen in history"].

Paolo Attivissimo

27 novembre 2007

Io e i Gomma Gommas...

... non nel senso IO (me medesimo) e un gruppo di nome Gomma Gommas, ma nel senso che il nome di un gruppo musicale è proprio "io e i gomma gommas".

Questi simpatici giovani ripropongono successi italiani degli anni '60 (del secolo scorso) rivisitati in versione punk e rock... dire che sono uno spettacolo è poco! Dovreste vedere come si vivacizza il pubblico dopo la prima canzone. Tutti conoscono i testi e gli arrangiamenti sono orecchiabili, ballabili e saltellabili! Insomma, alla terza canzone è già un delirio.

Lo scorso fine settimana con Miso, Leo, Ale, Limp, Martita, Roberto, Principazza, Manuela, Bice, le Lauree, Federico, Valeria, Marcoddì (è un nome non una bestemmia) e se mi sfugge qualcuno tanto peggio per lui, siamo andati a sentirli al "C'era una volta in America" a Recanati (MC) un 'bel' pub in cui cucinano solo pollo... ma in ogni modo immaginabile.

Che dire, come c'era da aspettarsi (o forse anche inaspettatamente), è stata una serata (o meglio una nottata) magnifica!

Tra il pubblico girava un simpatico signore con una macchinetta fotografica che dava l'idea di essere antidiluviana che ci ha fatto una foto...

Beh, il signore era Aurelio Laloni, un artista e musicista (credo di Senigallia o di Osimo), e la foto che ci ha fatto è quella qui sotto (subito sotto alla foto troverete il testo della sua email):



ciao!
non credevo uscisse fuori qualche cosa dalla mia camera di plastica cinese del 59 con flash a mano visto l'alto tasso alcolico......infatti ho tagliato fuori un pò di teste! hahahahaha!

buon divertimento!

Per maggiori informazioni su "Io e i Gomma Gommas" potete visitare il loro sito
www.gommagommas.it, il loro spazio su myspace (dove potrete ascoltare alcuni dei loro capolavori), youtube, il blog di sosseri e molti altri posti...

Office al capolinea, il futuro è online

Il fondatore di Hotmail annuncia la fine del software tradizionale e sfida Microsoft nel settore delle suite da ufficio, proponendo la propria soluzione utilizzabile sia online che offline.

Live Documents

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-11-2007]

Microsoft Office è, per molti, l'unica suite di programmi per l'ufficio esistente o almeno quella che sembra più familiare. Chi deve scrivere un testo, da una ricetta di cucina alla lettera alla zia, usa Word; chi ha bisogno di un foglio di calcolo apre Excel; addirittura le presentazioni non sono più semplicemente tali, ma sempre "di PowerPoint".

Tutto questo, profetizza Sabeer Bathia, cambierà in pochi anni: "Entro il 2010, la gente non comprerà il software. Questa è una sfida importante a una parte delle entrate di Microsoft". Se la gente non comprerà software, è perché si rivolgerà alle soluzioni online.

Il nome di Bathia probabilmente non dice alcunché a molti, ma non si tratta di uno sconosciuto: si tratta di uno dei fondatori di Hotmail, il servizio di Webmail comprato nel 1998 da Microsoft per 400 milioni di dollari e che ora si fa chiamare Windows Live Hotmail.

Bathia ha fondato la Instacoll e ponendosi l'obiettivo di muovere guerra non solo a Microsoft Office, di cui decreta la fine o almeno l'agonia a breve, ma alle suite di produttività online come Google Docs, o Zoho, o ThinkFree (o anche Ajax13 - NdM).

L'arma per vincere la competizione si chiama Live Documents: promette di offrire "funzionalità equivalenti a Word, Excel e PowerPoint" ed è basato sulle tecnlogie Flash e Flex. Accessibile "da ogni browser o sistema operativo", avrà "un'interfaccia basata su Flash che offre un'esperienza più ricca".

Il punto di forza, però, sarà la possibilità di usare Live Documents sia online che offline, possibilità mancante nelle attuali soluzioni alternative. L'applicazione desktop funzionerà inoltre come un "wrapper" intorno a Microsoft Office, aggiungedovi le sue "capacità collaborative" e trasformandone le applicazioni in "client intelligenti capaci di connettersi a Internet". Più utenti potranno modificare contemporaneamente un documento usando un'interfaccia a loro familiare.

Il servizio non è ancora attivo, né sono disponibili screenshot, per cui al momento bisogna affidarsi alle parole di Bathia, che paragona il suo prodotto, per funzionalità, a Office 2007. Anzi, afferma di avere l'unica suite che possa estendere il prodotto di Microsoft.

Live Documents supporterà i formati nativi di Microsoft Office, compreso Open Xml, e anche OpenDocument: potrebbe rendersi così utile per una conversione "al volo" da un formato all'altro per chiunque ne avesse bisogno.

Per uso privato, infatti, sarà gratuito, mentre ancora non si conosce il costo per l'uso aziendale.

fonte: ZeusNews - autore: Matteo Schiavini

26 novembre 2007

Omaggio al peto

Sin da quando il mondo aveva
ancor vivi Adamo ed Eva,
era in voga in tutti quanti
un riparo li davanti.
Ma nessun pensò, che strano,
di coprirsi il deretano.

E così dall’orifizio,
per bisogno oppur per sfizio,
calda arietta prima oppressa
variamente fu trasmessa
con sussurro un po’ confuso
o con colpo d’archibuso

In antico i vari suoni
non urtavano i calzoni:
né gli strappi repentini,
capricciosi o pizzichini
né le loffe più discrete
conturbavano la quiete.

La melodica emissione
per anal stimolazione
e anche il peto tracotante
dal fragore dilaniante
ebbe grande rinomanza
e innegabile fragranza.

Tanto grato fu l’odore
di quel vento propulsore
che l’usanza fu apprezzata
e dai posteri adottata
con piacere sovrumano
sia del retto che dell’ano.

Fin da quando sodomiti,
d’ogni musica periti,
per eccesso di misura
s’otturavan l’apertura,
la scorreggia di gran gloria
s’e coperta nella storia.

Con sconquasso intestinale
e tremore universale,
dall’Olimpo i sacri Numi
deviavan tanti fiumi
e asciugavano i pantani
col soffion dei deretani.

Un bel peto giornaliero
intonava il vate Omero.
Scorreggiava il re di T-r-oia
finche un dì tirò le cuoia
e pungenti come spille
le faceva il prode Achille.

Di scorregge astute Ulisse
tutti quanti in guerra afflisse.
Si sa pur che dal cavallo
fuorusciva vento giallo
e Penelope da sola
ingialliva le lenzuola.

Agamennone all’attacco
le faceva a squarciasacco.
Sibilanti e a vasto raggio
eran quelle d’ogni ostaggio.
E Cassandra profetessa
scorreggiava come ossessa

Ci ha Platone riferito
che di Socrate erudito,
poi che bevve la spremuta
d’amarissima cicuta,
trafiggente come scheggia
parve l’ultima scorreggia.

I coltissimi Ateniesi,
se da coliche eran presi,
dilatavan lo sfintere
emettendo dal sedere
filosofiche ventate
molto acute e ponderate

Gli Spartani, da Licurgo
impararono lo spurgo
dei piu fetidi elementi
che producono fermenti:
e di drastiche zaffate
saturavan le adunate.

Ma fondata che fu Roma,
ogni greco cadde in coma
poiché in lega con gli Etruschi,
i Romani, a peti bruschi
e col gas delle fanfare,
cominciarono a imperare.

Tutti i popoli, asfissiati,
furon presto soggiogati
e il Senato, tra gli allori,
diede l’ordine ai Pretori
di dettare ovunque legge
coll’ausilio di scorregge.

Venne poi innalzato un tempio
a chi diede il primo esempio:
proprio Romolo in persona
s’era messa la corona
sopprimendo il fratellino
con il gas dell’intestino.

Ogni nobile patrizio
scorreggiava con giudizio:
il fragor di Coriolano
si sentiva da lontano
e con schiaffo sulla trippa
scorreggiava pure Agrippa.

Si suol dir che Cincinnato
scorreggiasse in mezzo al prato,
e che Manlio in Campidoglio
le lisciasse come l’olio
accorrendo alle non poche
spernacchiate delle oche

Muzio Scevola a Porsenna
fece un peto come strenna
mentre peti da bisonte
fece Coclite sul ponte
e arditissimi petini
fece Clelia tra i Chiusini.

Rivolgendosi agli Dei
scorreggiavano i plebei.
Ma alle feste d’lmeneo
il triumviro Pompeo
e più ancora il gran Lucullo
scorreggiavan per trastullo.

Ciceron, per ore intere,
chiacchierava col sedere
ma sul far della mattina
scorreggiava Catilina
dedicando all’Arpinate
insolenti serenate.

Scorreggiava come un tuono
fin Cleopatra dal suo trono
mentre Cesare, suo drudo,
le faceva sempre nudo
ed Antonio, grande e grosso,
scorreggiava a piu non posso.

Pure Augusto Imperatore
scorreggiava a tutte l’ore
con la corte sua perfetta
scorreggiante in etichetta,
mentre solo in casi gravi
scorreggiavano gli schiavi.

Si racconta che Tiberio
scorreggiasse serio serio,
che Caligola il tiranno
scorreggiasse tutto l’anno,
che Traiano in quel di Dacia
scorreggiasse con audacia

Scorreggiava l’Urbe intera
dal mattino fino a sera.
Scorreggiava in grande stile
anche il sesso femminile
e Cornelia ai suoi gioielli
ne faceva dei fardelli.

Scorreggiava senza posa
Messalina silenziosa,
imitata da Agrippina
che facevale in sordina.
E coi peti le Vestali ci
spegnevano i fanali.

Le barbariche calate,
da scorregge accompagnate,
provocaron nei Romani,
prorompenti un di dagli ani,
tale e tanta ristrettezza
che il fragor si mutò in brezza

Di scorregge, Goti e Franchi
non sembravano mai stanchi.
Pur sconfitti, i Longobardi
scorreggiavano testardi
mentre gli Arabi ad oltranza
si sfiatavano la panza.

A Ravenna i Bizantini,
grandi esperti levantini
di scorregge e di cavilli,
inventarono i fusilli;
scorreggiando invece a Reggio
inventarono il solfeggio.

Venne tosto l’Evo Medio
e, per rompere un po’ di tedio,
scorreggiavano i Signori
in risposta ai valvassori
e sganciava Bonifazio
ricchi peti senza strazio.

Scorreggiavano a Firenze
per poetiche esigenze:
scorreggiava assai felice
la dolcissima Beatrice
ed il sommo padre Dante
le annusava tutte quante.

Come l’acqua, chiare e fresche
eran quelle petrarchesche,
meritevoli d’alloro
e dei lunghi capei d’oro
d’una Laura sorridente
che petava nel torrente.

Le scorregge del Boccaccio
ti lasciavano di ghiaccio:
tra le suore dei conventi
scorreggiava ai quattro venti
e ogni monaca lasciva
rispondeva assai giuliva.

Belle grasse come il lardo
le facea Matteo Boiardo.
Armeggiando ma composto
le facea soltanto Ariosto,
sempre in mezzo ai cavalieri,
ben più arditi trombettieri.
Scorreggiava Machiavelli
sradicando gli alberelli:
ma, finito lo spuntino
presso il Prence Valentino,
fece solo poche scorie
che divennero le Istorie.

Lo splendore d’ogni corte
diede al peto nuova sorte:
di petare i mecenati
si sentivano onorati
tra gli artisti piu famosi
dagli addomi assai ventosi.

Inneggianti Arianna e Bacco,
di scorregge, più d’un sacco
il Magnifico ne fece;
e vischiose come pece
le sparava Ludovico
comprimendo l’ombelico.

Proprio al suon di quel tamburo,
come tela usando il muro
del cenacolo lombardo,
il grandissimo Leonardo,
di scorregge sempre in vena,
affrescò l’Ultima Cena.

Puro gas esilarante
seppe emettere Bramante,
il gran re degli architetti,
per dar lustro a quei banchetti,
mentre a colpi di pennello
le faceva Raffaello.

Tra le quinte anche Goldoni
dava sfogo a gran soffioni.
Frizzantine, dopo i pasti,
Ie faceva Alfieri d’Asti:
ma sprezzanti, ad intervalli,
Ie scagliava contro i Galli.

Lungo il giorno, poi, Parini
educava i Signorini,
con precetti inconsueti,
a eleganti, caldi peti
dall’olezzo di letame,
eccitante per le dame.

Sopra un ramo del suo lago,
dei romanzi il vero mago,
detto al secolo Manzoni
si scrollava i pantaloni
dopo avere ventilato
su un amore contrastato.

Tutto ardore veneziano
parea il peto foscoliano:
ma pur tese a egregie cose,
senza il gas delle gasose
le scorregge del buon Ugo
eran fumo e niente sugo.

Pessimista, a mo’ di dardi,
Ie mollava Leopardi,
mentre Silvia, bene o male,
per rispondere al segnale,
sia d`inverno che d’estate
le faceva ricamate.

Solo in casa o sulla soglia,
e non già di malavoglia,
aerandosi le terga,
Ie tirava lievi Verga:
ma da zotico ribaldo
scorreggiava Gesualdo.

Con un dito Pirandello
tratteneva il venticello
fino a che, tutto ispirato
e col ventre dilatato,
liberava gli ingranaggi
dando fiato ai personaggi.

Succulente come il miele
le plasmava Gabriele:
Ermione nel pineto
si sorbiva pioggia e peto,
ma i pastori dell’Abruzzo
emigravan da quel puzzo.

Onorava i gagliardetti
con scorregge Marinetti
mentre in ombra il buon Gozzano
le faceva piano piano
e, allargandosi la gonna,
scorreggiava anche sua nonna.

Non soltanto i letterati
fecer peti appassionati.
All`udito gran letizia
diede pur chi con perizia,
tra le note musicali
fe scorregge magistrali.

Su due piedi fermi e saldi
scorreggiava anche Vivaldi
con alcune esitazioni
nel comporre le Stagioni;
quando poi l’ebbe composte,
fece vento senza soste.

Gioacchino pesarese
col suo ritmo, a piu riprese,
rapidissimo e vivace,
scorreggiava senza pace.
E il barbiere di Siviglia
gli rendeva la pariglia.

Del maestro di Busseto
patriottico fu il peto
che sull’ali del pensiero
s’opponeva sempre fiero
con olezzo tricolore
al petar dell’invasore.

Di scorregge fu provetto
il gibboso Rigoletto;
sconreggiava Butterfly
aspettando i marinai
e il sospir della Traviata
fu un gran peto a schioppettata.

Di scorregge vasta gamma
seppe offrire il melodramma:
il concerto di quei miasmi
accendeva gli entusiasmi
e spegneva i parassiti
che non erano graditi.

Con i peti già Mascagni
sopprimeva topi e ragni
mentre invece Donizetti
tramortiva solo insetti,
emulato da Puccini
che uccideva i moscerini.

Era il peto dell’Aida
micidiale insetticida;
fecer strage d’ogni mosca
le scorregge della Tosca
e annientate senza trucco
fur le pulci dal Nabucco.

Pur la Scienza s’è fregiata
d’onorevole ventata;
cosi ieri come oggi,
senza mezzo o con appoggi,
la ricerca ha sempre avuto
vento in poppa urlante o muto.

Strofinandosi al magnete
sconreggiava già Talete.
Tutti quanti ormai sappiamo
che Pitagora da Samo
le faceva con la crema
dimostrando il teorema.

Nella vasca a Siracusa,
senza chiedere mai scusa,
le faceva anche Archimede
sollevando un solo piede
e gridando: «Gente, all’erta:
anche questa è una scoperta!»

Quando il re gli dié in affitto
le piramidi d’Egitto
per studiar la geometria,
preso forse da euforia,
dal didietro emise Euclide
una tossica anidride.

Convogliava nei cannelli
ogni peto Torricelli
e alla propria beneamata
quell’arietta riciclata,
ben compresa col mercurio,
lui spediva come augurio.

Fu Galvani in riva al mare
un bel di a paralizzare,
scaricando vento immane,
le zampette delle rane
che in pozzette soleggiate
scorreggiavano beate.

Un’elettrica raccolta
di scorregge fece Volta
e, contatele poi tutte,
lunghe, corte, belle, brutte,
le rimise tosto in fila
per dar carica alla pila. Queste nobili memorie
sono peti e non son storie:
a emulare tal passato
ci hanno sempre stimolato,
con sermoni flatulenti,
gl’illustrissimi docenti.

All’invito dei vegliardi
obbediscono i goliardi:
e nessun se n’abbia a male
né ci dica ch’è triviale
se noi pure qualche volta
le facciamo a briglia sciolta.

Voi, Pulzelle più educate
che le fate soffocate
e talora un po’ farcite,
non sentitevi inibite.

Non è indegna d’una reggia
qualsivoglia vil scorreggia
nè ci pare maleolente
il trattato qui presente.

Aura lieve od aria spessa,
liberata se repressa,
pur di fronte a un concistoro
puo donar giusto ristoro.

Alla fin d’ogni fatica,
checchè dunque se ne dica,
di rispetto mai non manca
chi in tal modo si rinfranca.
Perciò e logico e prescritto
che scorreggi il sottoscritto.

Ps. Grazie a sosseri per l'email con il link a questo capolavoro letterario.

15 novembre 2007

Controllo tattile senza il tatto, in stile Minority Report

Mi rendo conto che questa pagina sta diventando pesantissima e quindi devo sbrigarmi a fare qualche post di solo testo per far sparire tutti questi video, però non potevo non farvi vedere questo Hack del Nintendo Wii: sfrutta la trasmissione via radio e Bluetooth del Wiimote.

Il controllo tattile ma senza il tatto potrebbe diventare alla portata di tutti.



Fonte: ZeusNews

E l'Italia perde anche il treno per Android

Una visita sul blog di Mirco mi ha ricordato che la nostra cara Italia è stata esclusa dal concorso lanciato da Google per sviluppare applicazioni per la sua nuova piattaforma per dispositivi portatili Android: ci sono in palio 10 milioni di dollari, che andranno agli sviluppatori che creeranno le applicazioni più interessanti.

Il concorso è valido per gli sviluppatori di tutto il mondo, tranne poche eccezioni:

"The Android Developer Challenge is open to individuals, teams of individuals, and business entities. While we seek to make the Challenge open worldwide, we cannot open the Challenge to residents of Cuba, Iran, Syria, North Korea, Sudan, and Myanmar (Burma) because of U.S. laws. In addition, the Challenge is not open to residents of Italy or Quebec because of local restrictions."


In altre parole vengono esclusi dalla competizione tutti i paesi che sono nei guai con gli USA (Cuba, Iran, Iraq...) e in più vengono esclusi la provincia canadese del Quebec e l'Italia a causa di "restrizioni locali".

Sembra che tali problemi siano causati dalla burocrazia eccessivamente farraginosa e dai regolamenti inutilmente complicati: infatti da noi ci sono infatti norme che in tempi di Internet hanno sapore borbonico e che spaventerebbero qualsiasi organizzatore di concorsi internazionali.

Per prima cosa, occorre depositare una somma di garanzia in anticipo per coprire l'intero valore del concorso: quindi Google dovrebbe stanziare 10 milioni di dollari in un conto corrente solo per lanciare il concorso in Italia.

Poi, in Italia i premi dovrebbero essere assegnati in presenza di un notaio e di un rappresentante di un'associazione dei consumatori riconosciuta; Google dovrebbe infine compilare infiniti moduli per fare registrare il concorso da due ministeri e dai monopoli di Stato.

Qui si possono trovare ulteriori dettagli.

Come sempre queste notizie stimolano amare riflessioni sul futuro che ci aspetta qui in Italia. Se le più grandi multinazionali informatiche non vogliono nemmeno bandire un concorso in Italia, quanto è (im)probabile l'apertura di un centro di ricerca e sviluppo nel Belpaese?

E chissà se un fenomeno tipico del meridione tra poco non diventerà nazionale, data questa assenza cronica di opportunità nel mercato del lavoro nazionale.

Tratto da: irick blog, scritto da: maelstrom

09 novembre 2007

02 novembre 2007

Acqua è vita

Per lanciare il nuovo stupendo capolavoro delle Scimmiette Allucinogene sono stati mobilitati ben 4 blog (dailypaolet.splinder.com, sosseri.blogspot.com, marcelloseri.blogspot.com, i-men.blogspot.com) che, in simultanea, perfettamente sincronizzati, hanno pubblicato questo post. Ma non è questo ciò che ci interessa.
Presentiamo il corto: diversamente, rispetto alle altre volte, noi Scimmiette Allucinogene siamo volute entrare nel merito di un tema davvero importante ed attuale… che ora… non ci ricordiamo… ah, sì… il vandalismo! (fatto da i giovani) sull'acqua.
Ma nemmeno questo è ciò che ci interessa.
Perché quello che, in fondo, vogliamo trasmettervi con questo video è: ma a noi non ci interessa niente.
Buona visione


(Se) VOLETE vedere gli altri video delle Scimmiette Allucinogene cliccate sulla frase che segue: Dono 5000$ alle Scimmiette Allucinogene che li accettano volentieri !

Grazie e alla prossima!!!

Uovo di Pasqua nell'icona di Text Edit


Vi siete mai chiesti cosa ci sia scritto sul foglio presente nell’icona di TextEdit (un semplice editor di testi del Mac)?

Ecco svelato il segreto, grazie alle icone in formato “gigante” di Leopard… Come avrete già sicuramente capito, si tratta del testo della famosa campagna pubblicitaria “Think Different” (qui in italiano: “Think Different”).

"Noi che..."

Noi che facevamo “Palla Avvelenata”.
Noi che giocavamo regolare a “Ruba Bandiera”.
Noi che non mancava neanche “dire fare baciare lettera testamento”.
Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo “Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini”.
Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi che mettevamo le carte da gioco con le mollette sui raggi della bicicletta.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
Noi che “se ti faccio fare un giro con la bici nuova non devi cambiare le marce”.
Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d’aria mettendole in una bacinella.
Noi che ci sentivamo ingegneri quando riparavamo quei buchi col tip-top.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c’era l’amico in casa.
Noi che facevamo a gara a chi masticava più big babol contemporaneamente.
Noi che avevamo adottato gatti e cani randagi che non ci hanno mai attaccato nessuna malattia mortale anche se dopo averli accarezzati ci mettevamo le dita in bocca.
Noi che quando starnutivi, nessuno chiamava l’ambulanza.
Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa.
Noi che dopo la prima partita c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella..
Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e lui la prendeva Con le mani non era fallo.
Noi che giocavamo a “Indovina Chi?” anche se conoscevi tutti i personaggi a memoria.
Noi che con le 500 lire di carta ci venivano 10 pacchetti di figurine.
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.
Noi che ci spaccavamo le dita per giocare a Subbuteo.
Noi che avevamo il “nascondiglio segreto” con il “passaggio segreto”.
Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la penna.
Noi che in TV guardavamo solo i cartoni animati.
Noi che avevamo i cartoni animati belli.!!
Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake e Mazinga (Goldrake, ovvio..)
Noi che guardavamo ” La Casa Nella Prateria ” anche se metteva tristezza.
Noi che abbiamo raccontato 1.500 volte la barzelletta del fantasma formaggino.
Noi che alla messa ridevamo di continuo. Noi che si andava a messa se no erano legnate.
Noi che si bigiava a messa. Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
Noi che non avevamo il cellulare per andare a parlare in privato sul terrazzo.
Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno.
Noi che non avevamo nemmeno il telefono fisso in casa. Noi che si andava in cabina a telefonare.
Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
Noi che le palline di natale erano di vetro e si rompevano.
Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.
Noi che alle feste stavamo sempre col manico di scopa in mano.
Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.
Noi che guardavamo film dell’orrore anche se avevi paura.
Noi che giocavamo a calcio con le pigne.
Noi che le pigne ce le tiravamo pure.
Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.
Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti.
Noi che il bagno al mare si poteva fare solo dopo le 4.
Noi che a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali.
Noi che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.
Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.
Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.
Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa Era il terrore.
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.
Noi che internet non esisteva.
Noi che però sappiamo a memoria “Zoff Gentile Cabrini Oriali Collovati Scirea Conti Tardelli Rossi Antognoni Graziani (allenatore Bearzot)”.
Noi che “Disastro di Cernobyl” vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.
Noi che compravamo le uova sfuse, e la pizza alta un dito, con la carta del pane che si impregnava d’olio.
Noi che non sapevamo cos’era la morale, solo che era sempre quella…fai merenda con Girella.
Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.
Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
Noi che però sapevamo che erano le 4 perchè stava per iniziare BIM BUM BAM.
Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perchè c’era Happy Days.
Noi che il primo novembre era “Tutti i santi”, mica Halloween.

Noi che siamo stati queste cose e gli altri non sanno cosa si sono persi.
Noi che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.

Che fortuna amici!

31 ottobre 2007

La Merkel ci sbatterà fuori dall’euro

di Maurizio Blondet

Le pressioni di Sarkozy per convincere Angela Merkel ad una politica monetaria più lasca sono state inutili: «Preferisco un euro forte ad un euro debole», ripete il ministro tedesco delle Finanze, Peer Steinbruck.
I Paesi europei del Mediterraneo boccheggiano schiacciati dalla competizione del dollaro che ha perso il 60% sull'euro dal 2001.
La Germania non se ne cura.
Ha strizzato le paghe nazionali dei suoi disciplinati lavoratori sì da recuperare il 40% in competitività del costo del lavoro rispetto all'Italia, il 30% rispetto alla Spagna, il 20% sulla Francia.
Così, ci ha portato via quote di mercato: proprio a noi, i mediterranei.
E' una politica deliberata, secondo Ambrose Evans-Pritchard (1), uno dei migliori analisti economici (del Telegraph).
«Non dimentichiamo che Francoforte ha tenuto i tassi al 2% fino a novembre 2005, indifferente all'aumento della massa monetaria in Europa (M3) perché allora faceva comodo alla Germania».
L'economia tedesca è stata infatti in stagnazione negli anni '90, e aveva perciò bisogno di un euro debole e a basso costo.
Ma con ciò, ha condannato il Sud Europa ad artificiosi «boom» che erano bolle finanziarie e speculative, alimentate dal denaro facile.
Adesso la Germania è il solo Paese europeo ad avere un avanzo commerciale, una fiscalità in rodine, e teme solo una cosa: l'inflazione dei prezzi interni, che posso far perdere la pazienza ai suoi lavoratori, che pazientemente hanno accettato tagli dolorosi a salari e pensioni.
Perciò, Berlino appoggia Trichet (il governatore della Banca Centrale Europea) nel rifiuto ad adeguare l'euro al calo del dollaro.
«A fine anno l'inflazione tedesca può crescere fino al 3%», dice Axel Weber, capo della Bundesbank: «La politica monetaria non deve perdere di vista il suo obbligo primario [la stabilità dei prezzi] , anche se ciò significa una crescita meno robusta».
Ma ciò che in Germania è crescita «meno robusta», sul Mediterraneo è «crocifissione», nota Evans-Pritchard.

In Spagna, il denaro facile fino al 2005 ha alimentato un patologico boom immobiliare, a prezzi astronomicamente crescenti.
Ora, la posizione dura tedesca sta facendo scoppiare la bolla iberica: a Siviglia il prezzo degli immobili è calato del 4,1% in un solo trimestre, a Madrid quasi l'1% e a Barcellona lo 0,5%.
Peggio: dopo la crisi dei sub-prime americani e la conseguente stretta sul credito, il 98% dei mutui spagnoli devono pagare molto più del tasso Euribor, con la prospettiva di insolvenze e pignoramenti a valanga.
«E' l'inizio di una catastrofe», diagnostica Bernard Connolly, analista globale per la Banque AIG.
Tanto più che l'economia spagnola è debolissima, e ha un deficit dei conti correnti salito al 9% del PIL.
La Grecia, con lo stesso problema, sta peggio: il deficit dei conti correnti là è del 10,5%.
E questo, commenta il giornalista britannico, non è colpa di presunti comportamenti da «cicale» dei mediterranei.
E' l'effetto del boom artificiale creato dal diktat tedesco degli anni '90 (più massa monetaria), ed ora devastato dal diktat tedesco uguale e contrario (ridurre la massa monetaria) del 2007.
L'euro proibitivo (non solo sul dollaro, ma ancor più sulle valute asiatiche, dirette concorrenti) sta dissanguando la Francia.
Anche lì i prezzi della case sono in caduta.
Una grande fabbrica di giocattoli, la Smoby Majorette del Jura, ha chiuso non potendo sostenere la concorrenza cinese.
Nella stessa regione, il gruppo Manzoni-Bouchto (parti d'auto) è fallito per lo stesso motivo.
I colossi francesi si salvano per il momento facendo «hedging» sulle valute con i derivati: ma il costo di queste spurie «assicurazioni», ovviamente, sta aumentando fino a diventare insostenibile.
«L'euro è diventato un handicap terribile», secondo Christian Streiff, della Peugeot-Citroen.
Anche l'Irlanda - che non è sul Mediterraneo - è ferocemente colpita dalla valuta ultra-forte.
Ieri, col denaro facile, ha conosciuto un incredibile boom economico.
Oggi è nei guai grossi, perché commercialmente dipende dagli USA, e da investimenti USA.
Tutto ridotto al lumicino dal calo del dollaro e dalla crisi finanziaria americana che sta diventando recessione.
In Irlanda, la recessione è già cominciata: la crescita del PIL è già negativa -1,4% nel secondo trimestre.
Da sei mesi i prezzi immobiliari calano ineluttabilmente.

Quanto all'Italia, «ha fatto meglio di quanto si temeva», riconosce Evans-Pritchard.
«O per lo meno, l'ostrogota 'Padania' a nord del Po ha tenuto botta».
Ma ora, con l'euro ad 1.44 dollari, gli ordinativi nuovi cominciano seriamente a mancare; le aziende limano i loro margini, ma c'è un limite a tutto.
«Una cosa è una valuta forte. Tutt'altra cosa è un tasso di cambio completamente avulso dall'economia reale», dice Francesco Peghin dell'associazione industriali di Padova.
Ma la Germania, nella sua imposizione, ha dietro di sé Austria, Olanda e Finlandia.
Dall'altra parte, c'è solo Sarkozy.
Ciò perché i governi della cosiddetta «sinistra» mediterranea in Spagna e Italia, Zapatero e Prodi, non hanno alcuna intenzione di dare una mano al gaullista di sedicente «destra».
In più, sono euro-fanatici: Prodi, che ha fatto la sua gloria dell'aver trascinato l'Italia nell'euro (posizionando la lira ad in livello irrealistico: causa primaria dei nostri mali), non ha alcuna inclinazione ad associarsi alle critiche di Sarko alla Banca Centrale.
Così Sarko è isolato.
Anche se ha perfettamente ragione quando accusa la BCE di aprire i rubinetti al massimo per gli speculatori (con le famigerate «iniezioni di liquidità») mentre strangola l'industria, l'economia reale e i salariati.
Jean-Claude Trichet, dalla poltrona della BCE, sicuro della complicità americana a cui sta rendendo il più grande servizio, e del sostegno tedesco, può anche fare il galletto.
All'ultima riunione del G7 ha apostrofato Sarko: «Avete mai sentito il presidente USA parlare dei tassi d'interesse della Federal Reserve?».
Persino il massonico Le Monde (2) nota che Sarko avrebbe dovuto rispondere: «Avete mai sentito il presidente della Federal Reserve parlare del dollaro?».
Mai e poi mai, perché la politica del cambio è prerogativa della Casa Bianca - l'organo politico esecutivo - e non dell'organo tecnico, la Banca Centrale.
La svalutazione, in USA, è una decisione politica, come del resto in Cina e in Giappone, dove si manipolano i cambi secondo convenienza.
In Europa appartiene ad una burocrazia robotizzata che obbedisce alla sua teoria che si pretende «neutra».

Si noti che persino nella UE la sacrale «indipendenza» della Banca Centrale è limitata dall'articolo 104 di Maastricht, che Sarkozy potrebbe invocare.
Se non fosse solo.
La speranza, conclude Evans-Pritchard, è che gli euro-entusiasti della «sinistra» mediterranea, ossia Prodi e Zapatero, perdano il governo abbastanza presto, e il francese - che ha spesso parlato di una Unione Mediterranea - trovi qualche alleato per forzare un cambiamento nelle politiche di Trichet (oggi il vero governante d'Europa, ma per conto di Bush).
Ma quanto tempo ci vorrà?
E poi, basterà la fantastica Unione Mediterranea, di fronte ad una situazione monetaria assurda, i cui problemi sono più fondamentali e radicali?
«La rottura è il risultato prevedibile dell'aver incollato insieme due vecchie culture d'Europa, ciascuna con diverse strutture salariali, diversi cicli economici e sensibilità ai tassi d'interesse, diverse vie commerciali, in una unione monetaria prematura priva di un ministero centrale del Tesoro», scrive il britannico: «E tutto ciò è stato fatto per la volontà tutta ideologica di accelerare a forza non si sa quale federalismo europeo, contro i pareri negativi degli economisti della Commissione».
Peggio ancora: non è mai stato chiesto ai tedeschi se volevano fondere il loro amato marco nel miscuglio comune con lira e peseta.
E' apparsa una furberia evitare un referendum - come tante volte nell'eurocrazia.
Ma ora la furberia si ritorce contro tutti: i tedeschi mica accetteranno l'inflazione e la perdita del potere d'acquisto senza contraccolpi nella politica.
E' il vecchio fondamentale problema: deficit di democrazia.
A cui si è creduto di poter porre rimedio con un parallelo deficit di politica, mettendo l'Europa in mano al pilota automatico della BCE.
Ma la divergenza di interessi ora è tale, che il nodo viene al pettine.

Il governo Merkel - che non sa come rispondere ai suoi lavoratori sacrificati - appare dispostissimo a scuotersi di dosso i paesi del Mediterraneo.
E' possibile che voglia arrivare fino alla spaccatura: due Europe, due valute.
L'utopia ideologica europoide sta per naufragare per le più ottuse questioni non già d'interesse nazionale, ma di politica interna.
Un giorno, i posteri rideranno di questa incredibile idiozia.
Se avremo dei posteri.


Note
1) Ambrose Evans-Pritchard, «Germany coming up fast in Euro race», Telegraph, 29 ottobre 2007.
2) Pierre-Antoine Delhommais, «L'euro, une monnaie dépolitisée», Le Monde, 30 ottobre 2007.

23 ottobre 2007

Metodi Numerici...

Partendo dal fatto che in effetti il corso siffatto non mi sta piacendo affatto,
spero sia un piacevole fatto il parlarvi di quest'estratto
che tratta di fatto della teoria (e dell'implementazione) di alcuni
dei metodi che in effetti dobbiamo aver fatto
(e implementatto) per il corso suddetto:


N.B. oserei di fatto dire che un trattatto siffatto parla di tutti,
a parte il fatto che in effetti non c'è affatto
il deepest descent (che già si è fatto).

In effetti,
questo è il fatto,
che il post ormai è finitto,
per cui vi salutto...
e questo è tutto!

P.S. Se so' soddisfatto!

Oktoberfest 2007

Comincio questo post ringraziando l'AVIS di Macerata che ha organizzato il viaggio e ci ha permesso di trascorrere dei momenti indimenticabili nella patria dei guardoni (Monaco) e nel paese delle Palle di Mozart (Salisburgo [Miso c'ho cchiappato stavolta? O era Strasburgo? O Stalingrado? No, me pare Salisburgo]).

Vorrei poi continuare citando le mie due fonti preferite (due grandi menti cresciute come meglio non avrebbero potuto, intrise di genio, pazzia, sarcasmo ed ironia):

>La vera essenza dell'Oktoberfest
Tutti vi starete chiedendo com'è l'October Fest? (o forse no, comunque provo a spiegarvelo con poche parole...). Innanzitutto l'October Fest NON E'! O meglio, l'Oktober Fest è uno STATO MENTALE! E solo in pochi abbiamo avuto l'onore di incontrare l'Oktoberfest in carne ed ossa... sto parlando di "De Eo", un simpatico (?!) essere vivente (assai meno evoluto dell'uomo) che brindava, parlava e cantava in tutte le lingue del mondo semplicemente rispondendo:"EEEEEEEEEHHHH!!!" a tutti, anche quando non interpellato; e poi brindava di nuovo alla sua non-provenienza, alla sua omosesualità, alla sua inconsapevolezza di esistere, etc...

Il post di oggi come dice il titolo è dedicato all'Octoberferst, la più grande Festa della Birra del mondo e dove, paradossalmente, non si trova la Birra!!!
[...]
I buttafuori sono bastardissimi (uno m'ha requisito un litro di birra appena preso nella ditta della HB perché sono uscito col boccale pieno!!!), le tedesche quasi tutte gnocche (e molte anche putt, diciamo di facili costumi) e la gente simpaticissima...
Continua su OCTOBERFEST 2007

Direi che non c'è molto altro da dire se non "che ficata pazzesca, quanto me so' spassato!", "grazie Miso, ogni momento che passiamo insieme è sempre più bello!", "alla faccia di tutti quelli che non sono voluti o potuti venire, ci siamo divertiti anche per voi! Eravamo solo 11, ma scelti bene!" e "peccato che nei capanni Bavaresi non c'era più posto!".

O meglio, ci sarebbe così tanto da dire che preferisco tenermelo per me e per chi l'ha condiviso con me, e quello che vorrei raccontarvi preferisco raccontarvelo di persona mentre ci facciamo 4 risate di fronte ad un bel boccale di birra bavarese e alle foto (e ai video) che abbiamo fatto.

Penso, ad ogni modo, che un giusto mix dei post di Leo e Ale a riguardo sia abbastanza esaustivo, per cui tornate all'inzio di questo post ed andate a leggerli.

Avete letto i post di Leo e Ale? Bene, allora potete proseguire...

Finalmente sono on-line gli album dell'Oktoberfest, buona visione!

Foto di Leo e Ale:


Foto di Chiara:



N.B. Se altri dei presenti decideranno di aggiungere un album di picasa con le foto che hanno fatto sarò lieto di aggiungere anche i loro slideshow.

22 ottobre 2007

Viaggio al centro della terra

Supponete di poter trapanare da parte a parte la terra.
Supponete anche che potete buttarvici dentro senza bruciare vivi.

Quanto tempo impieghereste ad arrivare dall'altra parte?


La vostra accelerazione iniziale sarebbe l'accelerazione di gravità

che però decrescerebbe gradualmente scendendo nella Terra. Arrivati al centro, il vostro peso dovrebbe essere nullo.

Supponiamo per questo ipotetico viaggio che la densità della terra sia uniforme e che l'attrito dell'aria e le alte temperature che incontreremmo siano trascurabili.

Per un corpo di massa sferica, la forza di gravità netta su un oggetto al suo interno dipende solo dalla massa contenuta nella sfera compresa tra il centro e l'oggetto stesso e agisce come se si trattasse di una massa puntiforme concentrata nel centro.
Analizzando la situazione in dettaglio, scoprireste che ogni massa posta ad un raggio r minore di quello terrestre REarth subirà un'accelerazione di gravità linearmente proporzionale alla distanza dal centro.

Cliccando sui link seguenti potete trovare degli approfondimenti: sintetica analisi della forza di gravità che agisce su masse esterne alla terra e sintetica analisi di quella che agisce su quelle interne.

Considerando positivo il verso dei vettori uscenti dal centro della terra, otteniamo
che ha la stessa forma della legge di Hooke nel caso di una massa attaccata ad una molla. Questo implica che comincereste ad oscillare su e giù attraverso il centro della terra come una massa che oscilla attaccata ad una molla. La frequenza angolare e il periodo delle vostre oscillazioni sarebbero
o per essere più precisi
In altre parole comincerete ad accelerare fino a raggiungere il centro della terra senza peso ma ad una velocità di 7900 m/s (cioè 28440 km/h), a questo punto inizierete a rallentare ma continuerete a scendere fino ad apparire all'altro lato del globo (a velocità nulla e con un'accelerazione di gravità opposta a quella iniziale) dopo un tempo complessivo di circa

42
minuti.
Purtroppo, a meno che non troviate qualcosa a cui aggrapparvi, ricomincerete subito la "salita" verso il centro della terra e continuerete a sbucare da una parte all'altra del globo oscillando con un tempo complessivo di andata e ritorno di 84 minuti e mezzo.

Per rendere il viaggio più interessante, supponiamo di mettere un satellite in un'orbita circolare che sfiori la superficie della terra. Ignorando ancora una volta l'attrito dell'aria e l'allucinante boom sonico che accompagnano un'orbita del genere, supponiamo che il satellite passi sopra al tunnel che attraversa la terra proprio ogni volta che ne sbucate fuori (potrebbe essere utile per potervici aggrappare quando sarete stufi di oscillare).

Cerchiamo il periodo di tale orbita in modo da far passare il satellite, di volta in volta, esattamente sopra al buco da cui state saltando fuori. Possiamo calcolarlo facilmente con

Bene... ora cercate un modo di forare la terra, una tuta ignifuga aerodinamica e un ottimo lubrificante per limitare gli attriti e poi realizzate il primo oscillatore armonico terrestre!

18 ottobre 2007

Svegliaaa!

Pubblico questo video in onore a Romeo e alle sue padroncine che (anche se negano con forza) lo viziano da morire!

17 ottobre 2007

Open Office gratis per gli studenti italiani

Per la prima volta nella storia in cui viene azzerato il prezzo di un prodotto gratuito. Ma le ragioni ci sono, spiega Italo Vignoli di PLIO.

Alcuni giorni fa l'Associazione PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org) ha annunciato la disponibilità di una versione gratuita di Open Office per gli studenti universitari italiani, specificando che essa può essere scaricata liberamente per le piattaforme Windows, MacOS e Linux; la licenza è illimitata e perpetua, include tutti i futuri aggiornamenti e può essere trasferita anche agli eredi.

Alla PLIO fanno sapere che la promozione è valida per tutti gli studenti universitari, indipendentemente dalla media dei voti d'esame. Ogni studente può scaricare la suite tutte le volte che vuole, in una qualsiasi delle 120 versioni linguistiche disponibili, per uno solo o per tutti i sistemi operativi, e installarla sia sui Pc che usa lungo il suo percorso universitario sia su quelli che trova al di fuori dello stesso.

Ci sono parole anche per la confezione, in materiale ecologico biodegradabile, che "viene creata durante la procedura di installazione e generata con un particolare processo di rimaterializzazione, protetto da 235 brevetti internazionali che tutelano la proprietà intellettuale della comunità, frutto di anni di investimenti in ricerca e sviluppo".

Davide Dozza, presidente di PLIO, ha affermato: "Abbiamo deciso di lanciare questa promozione per gli studenti universitari italiani nonostante la complessità dell'operazione finanziaria, che ha richiesto tutto il nostro impegno: si tratta infatti della prima volta nella storia in cui viene azzerato il prezzo di un prodotto gratuito".

Prosegue Dozza: "In questo modo, contiamo di fidelizzare gli studenti perché continuino a usare la licenza di Open Office anche quando entreranno nel mondo del lavoro, evitando i costi di migrazione verso il software proprietario".

Se sulle prime abbiamo pensato a una mezza burla, abbiamo poi avuto una risposta da Italo Vignoli di PLIO che spiega il perché del comunicato stampa ironico diffuso due giorni prima.

Vignoli afferma: "Prima di tutto, il tono ironico è stato una scelta precisa, per evitare di inasprire una polemica che è già nata all'interno di quelle università - un ambiente dove OpenOffice.org conta su un ampio numero di utenti e sostenitori - dove gli studenti hanno ricevuto un messaggio di posta elettronica che promuove l'offerta di un'altra suite per ufficio (con uno sconto dell'85% rispetto al prezzo di listino), direttamente al proprio indirizzo personale di ateneo, alla faccia - scusate l'espressione - delle più elementari norme sulla privacy".

Prosegue Vignoli: "E già che c'eravamo, abbiamo cercato di sottolineare lo scarso significato che attribuiamo alle ripetute accuse di violazione di 235 brevetti da parte del software open source, per lo meno fino a quando il numero e l'ambito dei brevetti stessi non verrà dichiarato, in modo da eliminare qualsiasi sospetto sul fatto che si tratti di una minaccia generica e tesa esclusivamente ad alimentare la paura, l'incertezza e il dubbio tra gli utenti".

Dario Meoli - Fonte: ZeusNews