Per la prima volta nella storia in cui viene azzerato il prezzo di un prodotto gratuito. Ma le ragioni ci sono, spiega Italo Vignoli di PLIO.
Alcuni giorni fa l'Associazione PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org) ha annunciato la disponibilità di una versione gratuita di Open Office per gli studenti universitari italiani, specificando che essa può essere scaricata liberamente per le piattaforme Windows, MacOS e Linux; la licenza è illimitata e perpetua, include tutti i futuri aggiornamenti e può essere trasferita anche agli eredi.
Alla PLIO fanno sapere che la promozione è valida per tutti gli studenti universitari, indipendentemente dalla media dei voti d'esame. Ogni studente può scaricare la suite tutte le volte che vuole, in una qualsiasi delle 120 versioni linguistiche disponibili, per uno solo o per tutti i sistemi operativi, e installarla sia sui Pc che usa lungo il suo percorso universitario sia su quelli che trova al di fuori dello stesso.
Ci sono parole anche per la confezione, in materiale ecologico biodegradabile, che "viene creata durante la procedura di installazione e generata con un particolare processo di rimaterializzazione, protetto da 235 brevetti internazionali che tutelano la proprietà intellettuale della comunità, frutto di anni di investimenti in ricerca e sviluppo".
Davide Dozza, presidente di PLIO, ha affermato: "Abbiamo deciso di lanciare questa promozione per gli studenti universitari italiani nonostante la complessità dell'operazione finanziaria, che ha richiesto tutto il nostro impegno: si tratta infatti della prima volta nella storia in cui viene azzerato il prezzo di un prodotto gratuito".
Prosegue Dozza: "In questo modo, contiamo di fidelizzare gli studenti perché continuino a usare la licenza di Open Office anche quando entreranno nel mondo del lavoro, evitando i costi di migrazione verso il software proprietario".
Se sulle prime abbiamo pensato a una mezza burla, abbiamo poi avuto una risposta da Italo Vignoli di PLIO che spiega il perché del comunicato stampa ironico diffuso due giorni prima.
Vignoli afferma: "Prima di tutto, il tono ironico è stato una scelta precisa, per evitare di inasprire una polemica che è già nata all'interno di quelle università - un ambiente dove OpenOffice.org conta su un ampio numero di utenti e sostenitori - dove gli studenti hanno ricevuto un messaggio di posta elettronica che promuove l'offerta di un'altra suite per ufficio (con uno sconto dell'85% rispetto al prezzo di listino), direttamente al proprio indirizzo personale di ateneo, alla faccia - scusate l'espressione - delle più elementari norme sulla privacy".
Prosegue Vignoli: "E già che c'eravamo, abbiamo cercato di sottolineare lo scarso significato che attribuiamo alle ripetute accuse di violazione di 235 brevetti da parte del software open source, per lo meno fino a quando il numero e l'ambito dei brevetti stessi non verrà dichiarato, in modo da eliminare qualsiasi sospetto sul fatto che si tratti di una minaccia generica e tesa esclusivamente ad alimentare la paura, l'incertezza e il dubbio tra gli utenti".
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