29 novembre 2007

La compilation dei disastri informatici

I peggiori disastri informatici della storia.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-11-2007]

Fotolia
Foto via Fotolia


Zdnet ha pubblicato una simpatica lista, decisamente consolatoria, dei peggiori disastri informatici della storia, escludendo però quelli che hanno causato morti o feriti. Ma così è troppo blanda, per cui mi sono permesso di aggiungere qualche altro disastro. Ecco un assaggio.

1983: il sistema di difesa antimissile sovietico

Un baco nel sistema sovietico di avvistamento avanzato dei missili intercontinentali segnalò erroneamente che gli Stati Uniti avevano lanciato contro l'Unione Sovietica cinque missili con testate nucleari. Per fortuna l'ufficiale in servizio, Stanislav Petrov, ebbe la sensazione che ci fosse qualcosa che non quadrava: perché gli USA avrebbero dovuto attaccare usando soltanto cinque missili? In realtà era un difetto del software che doveva eliminare i falsi rilevamenti dei satelliti di sorveglianza, che rilevano il bagliore del lancio dei missili ma a volte si fanno ingannare dai riflessi del sole sulle nubi.

1990: collassa la rete telefonica USA

Settantacinque milioni di telefonate in tutti gli Stati Uniti cadono nel vuoto perché una singola centrale subisce un piccolo guasto. Il software di gestione, aggiornato da poco, contiene una sola riga sbagliata che causa un effetto domino che fa collassare tutte le altre centrali.

1962: sonda spaziale USA distrutta da un trattino

La sonda automatica Mariner 1 decolla da Cape Canaveral, ma invece di dirigersi verso Venere, subito dopo il lancio piega a sinistra e punta verso il basso. La NASA è costretta a farla esplodere in volo per evitare che causi danni precipitando intera.

Il rapporto pubblicato in seguito dalla NASA ammette che la causa dell'errore è un singolo trattino mancante da una riga di codice Fortran del programma di guida automatica della sonda. Secondo il rapporto, "in qualche modo, un trattino era stato eliminato dal programma di guida caricato sul computer, consentendo ai segnali errati di ordinare al razzo vettore di deviare a sinistra e puntare il muso verso terra... Basti dire che il primo tentativo americano di volo interplanetario è fallito per mancanza di un trattino" ["Somehow a hyphen had been dropped from the guidance program loaded aboard the computer, allowing the flawed signals to command the rocket to veer left and nose down...Suffice it to say, the first U.S. attempt at interplanetary flight failed for want of a hyphen."].

Il vettore e la sonda costavano oltre 80 milioni di dollari, inducendo Arthur C. Clarke (grande scrittore di fantascienza, nonché inventore dei satelliti geostazionari) a battezzare questa missione come "il trattino più costoso della storia" ["the most expensive hyphen in history"].

Paolo Attivissimo

27 novembre 2007

Io e i Gomma Gommas...

... non nel senso IO (me medesimo) e un gruppo di nome Gomma Gommas, ma nel senso che il nome di un gruppo musicale è proprio "io e i gomma gommas".

Questi simpatici giovani ripropongono successi italiani degli anni '60 (del secolo scorso) rivisitati in versione punk e rock... dire che sono uno spettacolo è poco! Dovreste vedere come si vivacizza il pubblico dopo la prima canzone. Tutti conoscono i testi e gli arrangiamenti sono orecchiabili, ballabili e saltellabili! Insomma, alla terza canzone è già un delirio.

Lo scorso fine settimana con Miso, Leo, Ale, Limp, Martita, Roberto, Principazza, Manuela, Bice, le Lauree, Federico, Valeria, Marcoddì (è un nome non una bestemmia) e se mi sfugge qualcuno tanto peggio per lui, siamo andati a sentirli al "C'era una volta in America" a Recanati (MC) un 'bel' pub in cui cucinano solo pollo... ma in ogni modo immaginabile.

Che dire, come c'era da aspettarsi (o forse anche inaspettatamente), è stata una serata (o meglio una nottata) magnifica!

Tra il pubblico girava un simpatico signore con una macchinetta fotografica che dava l'idea di essere antidiluviana che ci ha fatto una foto...

Beh, il signore era Aurelio Laloni, un artista e musicista (credo di Senigallia o di Osimo), e la foto che ci ha fatto è quella qui sotto (subito sotto alla foto troverete il testo della sua email):



ciao!
non credevo uscisse fuori qualche cosa dalla mia camera di plastica cinese del 59 con flash a mano visto l'alto tasso alcolico......infatti ho tagliato fuori un pò di teste! hahahahaha!

buon divertimento!

Per maggiori informazioni su "Io e i Gomma Gommas" potete visitare il loro sito
www.gommagommas.it, il loro spazio su myspace (dove potrete ascoltare alcuni dei loro capolavori), youtube, il blog di sosseri e molti altri posti...

Office al capolinea, il futuro è online

Il fondatore di Hotmail annuncia la fine del software tradizionale e sfida Microsoft nel settore delle suite da ufficio, proponendo la propria soluzione utilizzabile sia online che offline.

Live Documents

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-11-2007]

Microsoft Office è, per molti, l'unica suite di programmi per l'ufficio esistente o almeno quella che sembra più familiare. Chi deve scrivere un testo, da una ricetta di cucina alla lettera alla zia, usa Word; chi ha bisogno di un foglio di calcolo apre Excel; addirittura le presentazioni non sono più semplicemente tali, ma sempre "di PowerPoint".

Tutto questo, profetizza Sabeer Bathia, cambierà in pochi anni: "Entro il 2010, la gente non comprerà il software. Questa è una sfida importante a una parte delle entrate di Microsoft". Se la gente non comprerà software, è perché si rivolgerà alle soluzioni online.

Il nome di Bathia probabilmente non dice alcunché a molti, ma non si tratta di uno sconosciuto: si tratta di uno dei fondatori di Hotmail, il servizio di Webmail comprato nel 1998 da Microsoft per 400 milioni di dollari e che ora si fa chiamare Windows Live Hotmail.

Bathia ha fondato la Instacoll e ponendosi l'obiettivo di muovere guerra non solo a Microsoft Office, di cui decreta la fine o almeno l'agonia a breve, ma alle suite di produttività online come Google Docs, o Zoho, o ThinkFree (o anche Ajax13 - NdM).

L'arma per vincere la competizione si chiama Live Documents: promette di offrire "funzionalità equivalenti a Word, Excel e PowerPoint" ed è basato sulle tecnlogie Flash e Flex. Accessibile "da ogni browser o sistema operativo", avrà "un'interfaccia basata su Flash che offre un'esperienza più ricca".

Il punto di forza, però, sarà la possibilità di usare Live Documents sia online che offline, possibilità mancante nelle attuali soluzioni alternative. L'applicazione desktop funzionerà inoltre come un "wrapper" intorno a Microsoft Office, aggiungedovi le sue "capacità collaborative" e trasformandone le applicazioni in "client intelligenti capaci di connettersi a Internet". Più utenti potranno modificare contemporaneamente un documento usando un'interfaccia a loro familiare.

Il servizio non è ancora attivo, né sono disponibili screenshot, per cui al momento bisogna affidarsi alle parole di Bathia, che paragona il suo prodotto, per funzionalità, a Office 2007. Anzi, afferma di avere l'unica suite che possa estendere il prodotto di Microsoft.

Live Documents supporterà i formati nativi di Microsoft Office, compreso Open Xml, e anche OpenDocument: potrebbe rendersi così utile per una conversione "al volo" da un formato all'altro per chiunque ne avesse bisogno.

Per uso privato, infatti, sarà gratuito, mentre ancora non si conosce il costo per l'uso aziendale.

fonte: ZeusNews - autore: Matteo Schiavini

26 novembre 2007

Omaggio al peto

Sin da quando il mondo aveva
ancor vivi Adamo ed Eva,
era in voga in tutti quanti
un riparo li davanti.
Ma nessun pensò, che strano,
di coprirsi il deretano.

E così dall’orifizio,
per bisogno oppur per sfizio,
calda arietta prima oppressa
variamente fu trasmessa
con sussurro un po’ confuso
o con colpo d’archibuso

In antico i vari suoni
non urtavano i calzoni:
né gli strappi repentini,
capricciosi o pizzichini
né le loffe più discrete
conturbavano la quiete.

La melodica emissione
per anal stimolazione
e anche il peto tracotante
dal fragore dilaniante
ebbe grande rinomanza
e innegabile fragranza.

Tanto grato fu l’odore
di quel vento propulsore
che l’usanza fu apprezzata
e dai posteri adottata
con piacere sovrumano
sia del retto che dell’ano.

Fin da quando sodomiti,
d’ogni musica periti,
per eccesso di misura
s’otturavan l’apertura,
la scorreggia di gran gloria
s’e coperta nella storia.

Con sconquasso intestinale
e tremore universale,
dall’Olimpo i sacri Numi
deviavan tanti fiumi
e asciugavano i pantani
col soffion dei deretani.

Un bel peto giornaliero
intonava il vate Omero.
Scorreggiava il re di T-r-oia
finche un dì tirò le cuoia
e pungenti come spille
le faceva il prode Achille.

Di scorregge astute Ulisse
tutti quanti in guerra afflisse.
Si sa pur che dal cavallo
fuorusciva vento giallo
e Penelope da sola
ingialliva le lenzuola.

Agamennone all’attacco
le faceva a squarciasacco.
Sibilanti e a vasto raggio
eran quelle d’ogni ostaggio.
E Cassandra profetessa
scorreggiava come ossessa

Ci ha Platone riferito
che di Socrate erudito,
poi che bevve la spremuta
d’amarissima cicuta,
trafiggente come scheggia
parve l’ultima scorreggia.

I coltissimi Ateniesi,
se da coliche eran presi,
dilatavan lo sfintere
emettendo dal sedere
filosofiche ventate
molto acute e ponderate

Gli Spartani, da Licurgo
impararono lo spurgo
dei piu fetidi elementi
che producono fermenti:
e di drastiche zaffate
saturavan le adunate.

Ma fondata che fu Roma,
ogni greco cadde in coma
poiché in lega con gli Etruschi,
i Romani, a peti bruschi
e col gas delle fanfare,
cominciarono a imperare.

Tutti i popoli, asfissiati,
furon presto soggiogati
e il Senato, tra gli allori,
diede l’ordine ai Pretori
di dettare ovunque legge
coll’ausilio di scorregge.

Venne poi innalzato un tempio
a chi diede il primo esempio:
proprio Romolo in persona
s’era messa la corona
sopprimendo il fratellino
con il gas dell’intestino.

Ogni nobile patrizio
scorreggiava con giudizio:
il fragor di Coriolano
si sentiva da lontano
e con schiaffo sulla trippa
scorreggiava pure Agrippa.

Si suol dir che Cincinnato
scorreggiasse in mezzo al prato,
e che Manlio in Campidoglio
le lisciasse come l’olio
accorrendo alle non poche
spernacchiate delle oche

Muzio Scevola a Porsenna
fece un peto come strenna
mentre peti da bisonte
fece Coclite sul ponte
e arditissimi petini
fece Clelia tra i Chiusini.

Rivolgendosi agli Dei
scorreggiavano i plebei.
Ma alle feste d’lmeneo
il triumviro Pompeo
e più ancora il gran Lucullo
scorreggiavan per trastullo.

Ciceron, per ore intere,
chiacchierava col sedere
ma sul far della mattina
scorreggiava Catilina
dedicando all’Arpinate
insolenti serenate.

Scorreggiava come un tuono
fin Cleopatra dal suo trono
mentre Cesare, suo drudo,
le faceva sempre nudo
ed Antonio, grande e grosso,
scorreggiava a piu non posso.

Pure Augusto Imperatore
scorreggiava a tutte l’ore
con la corte sua perfetta
scorreggiante in etichetta,
mentre solo in casi gravi
scorreggiavano gli schiavi.

Si racconta che Tiberio
scorreggiasse serio serio,
che Caligola il tiranno
scorreggiasse tutto l’anno,
che Traiano in quel di Dacia
scorreggiasse con audacia

Scorreggiava l’Urbe intera
dal mattino fino a sera.
Scorreggiava in grande stile
anche il sesso femminile
e Cornelia ai suoi gioielli
ne faceva dei fardelli.

Scorreggiava senza posa
Messalina silenziosa,
imitata da Agrippina
che facevale in sordina.
E coi peti le Vestali ci
spegnevano i fanali.

Le barbariche calate,
da scorregge accompagnate,
provocaron nei Romani,
prorompenti un di dagli ani,
tale e tanta ristrettezza
che il fragor si mutò in brezza

Di scorregge, Goti e Franchi
non sembravano mai stanchi.
Pur sconfitti, i Longobardi
scorreggiavano testardi
mentre gli Arabi ad oltranza
si sfiatavano la panza.

A Ravenna i Bizantini,
grandi esperti levantini
di scorregge e di cavilli,
inventarono i fusilli;
scorreggiando invece a Reggio
inventarono il solfeggio.

Venne tosto l’Evo Medio
e, per rompere un po’ di tedio,
scorreggiavano i Signori
in risposta ai valvassori
e sganciava Bonifazio
ricchi peti senza strazio.

Scorreggiavano a Firenze
per poetiche esigenze:
scorreggiava assai felice
la dolcissima Beatrice
ed il sommo padre Dante
le annusava tutte quante.

Come l’acqua, chiare e fresche
eran quelle petrarchesche,
meritevoli d’alloro
e dei lunghi capei d’oro
d’una Laura sorridente
che petava nel torrente.

Le scorregge del Boccaccio
ti lasciavano di ghiaccio:
tra le suore dei conventi
scorreggiava ai quattro venti
e ogni monaca lasciva
rispondeva assai giuliva.

Belle grasse come il lardo
le facea Matteo Boiardo.
Armeggiando ma composto
le facea soltanto Ariosto,
sempre in mezzo ai cavalieri,
ben più arditi trombettieri.
Scorreggiava Machiavelli
sradicando gli alberelli:
ma, finito lo spuntino
presso il Prence Valentino,
fece solo poche scorie
che divennero le Istorie.

Lo splendore d’ogni corte
diede al peto nuova sorte:
di petare i mecenati
si sentivano onorati
tra gli artisti piu famosi
dagli addomi assai ventosi.

Inneggianti Arianna e Bacco,
di scorregge, più d’un sacco
il Magnifico ne fece;
e vischiose come pece
le sparava Ludovico
comprimendo l’ombelico.

Proprio al suon di quel tamburo,
come tela usando il muro
del cenacolo lombardo,
il grandissimo Leonardo,
di scorregge sempre in vena,
affrescò l’Ultima Cena.

Puro gas esilarante
seppe emettere Bramante,
il gran re degli architetti,
per dar lustro a quei banchetti,
mentre a colpi di pennello
le faceva Raffaello.

Tra le quinte anche Goldoni
dava sfogo a gran soffioni.
Frizzantine, dopo i pasti,
Ie faceva Alfieri d’Asti:
ma sprezzanti, ad intervalli,
Ie scagliava contro i Galli.

Lungo il giorno, poi, Parini
educava i Signorini,
con precetti inconsueti,
a eleganti, caldi peti
dall’olezzo di letame,
eccitante per le dame.

Sopra un ramo del suo lago,
dei romanzi il vero mago,
detto al secolo Manzoni
si scrollava i pantaloni
dopo avere ventilato
su un amore contrastato.

Tutto ardore veneziano
parea il peto foscoliano:
ma pur tese a egregie cose,
senza il gas delle gasose
le scorregge del buon Ugo
eran fumo e niente sugo.

Pessimista, a mo’ di dardi,
Ie mollava Leopardi,
mentre Silvia, bene o male,
per rispondere al segnale,
sia d`inverno che d’estate
le faceva ricamate.

Solo in casa o sulla soglia,
e non già di malavoglia,
aerandosi le terga,
Ie tirava lievi Verga:
ma da zotico ribaldo
scorreggiava Gesualdo.

Con un dito Pirandello
tratteneva il venticello
fino a che, tutto ispirato
e col ventre dilatato,
liberava gli ingranaggi
dando fiato ai personaggi.

Succulente come il miele
le plasmava Gabriele:
Ermione nel pineto
si sorbiva pioggia e peto,
ma i pastori dell’Abruzzo
emigravan da quel puzzo.

Onorava i gagliardetti
con scorregge Marinetti
mentre in ombra il buon Gozzano
le faceva piano piano
e, allargandosi la gonna,
scorreggiava anche sua nonna.

Non soltanto i letterati
fecer peti appassionati.
All`udito gran letizia
diede pur chi con perizia,
tra le note musicali
fe scorregge magistrali.

Su due piedi fermi e saldi
scorreggiava anche Vivaldi
con alcune esitazioni
nel comporre le Stagioni;
quando poi l’ebbe composte,
fece vento senza soste.

Gioacchino pesarese
col suo ritmo, a piu riprese,
rapidissimo e vivace,
scorreggiava senza pace.
E il barbiere di Siviglia
gli rendeva la pariglia.

Del maestro di Busseto
patriottico fu il peto
che sull’ali del pensiero
s’opponeva sempre fiero
con olezzo tricolore
al petar dell’invasore.

Di scorregge fu provetto
il gibboso Rigoletto;
sconreggiava Butterfly
aspettando i marinai
e il sospir della Traviata
fu un gran peto a schioppettata.

Di scorregge vasta gamma
seppe offrire il melodramma:
il concerto di quei miasmi
accendeva gli entusiasmi
e spegneva i parassiti
che non erano graditi.

Con i peti già Mascagni
sopprimeva topi e ragni
mentre invece Donizetti
tramortiva solo insetti,
emulato da Puccini
che uccideva i moscerini.

Era il peto dell’Aida
micidiale insetticida;
fecer strage d’ogni mosca
le scorregge della Tosca
e annientate senza trucco
fur le pulci dal Nabucco.

Pur la Scienza s’è fregiata
d’onorevole ventata;
cosi ieri come oggi,
senza mezzo o con appoggi,
la ricerca ha sempre avuto
vento in poppa urlante o muto.

Strofinandosi al magnete
sconreggiava già Talete.
Tutti quanti ormai sappiamo
che Pitagora da Samo
le faceva con la crema
dimostrando il teorema.

Nella vasca a Siracusa,
senza chiedere mai scusa,
le faceva anche Archimede
sollevando un solo piede
e gridando: «Gente, all’erta:
anche questa è una scoperta!»

Quando il re gli dié in affitto
le piramidi d’Egitto
per studiar la geometria,
preso forse da euforia,
dal didietro emise Euclide
una tossica anidride.

Convogliava nei cannelli
ogni peto Torricelli
e alla propria beneamata
quell’arietta riciclata,
ben compresa col mercurio,
lui spediva come augurio.

Fu Galvani in riva al mare
un bel di a paralizzare,
scaricando vento immane,
le zampette delle rane
che in pozzette soleggiate
scorreggiavano beate.

Un’elettrica raccolta
di scorregge fece Volta
e, contatele poi tutte,
lunghe, corte, belle, brutte,
le rimise tosto in fila
per dar carica alla pila. Queste nobili memorie
sono peti e non son storie:
a emulare tal passato
ci hanno sempre stimolato,
con sermoni flatulenti,
gl’illustrissimi docenti.

All’invito dei vegliardi
obbediscono i goliardi:
e nessun se n’abbia a male
né ci dica ch’è triviale
se noi pure qualche volta
le facciamo a briglia sciolta.

Voi, Pulzelle più educate
che le fate soffocate
e talora un po’ farcite,
non sentitevi inibite.

Non è indegna d’una reggia
qualsivoglia vil scorreggia
nè ci pare maleolente
il trattato qui presente.

Aura lieve od aria spessa,
liberata se repressa,
pur di fronte a un concistoro
puo donar giusto ristoro.

Alla fin d’ogni fatica,
checchè dunque se ne dica,
di rispetto mai non manca
chi in tal modo si rinfranca.
Perciò e logico e prescritto
che scorreggi il sottoscritto.

Ps. Grazie a sosseri per l'email con il link a questo capolavoro letterario.

15 novembre 2007

Controllo tattile senza il tatto, in stile Minority Report

Mi rendo conto che questa pagina sta diventando pesantissima e quindi devo sbrigarmi a fare qualche post di solo testo per far sparire tutti questi video, però non potevo non farvi vedere questo Hack del Nintendo Wii: sfrutta la trasmissione via radio e Bluetooth del Wiimote.

Il controllo tattile ma senza il tatto potrebbe diventare alla portata di tutti.



Fonte: ZeusNews

E l'Italia perde anche il treno per Android

Una visita sul blog di Mirco mi ha ricordato che la nostra cara Italia è stata esclusa dal concorso lanciato da Google per sviluppare applicazioni per la sua nuova piattaforma per dispositivi portatili Android: ci sono in palio 10 milioni di dollari, che andranno agli sviluppatori che creeranno le applicazioni più interessanti.

Il concorso è valido per gli sviluppatori di tutto il mondo, tranne poche eccezioni:

"The Android Developer Challenge is open to individuals, teams of individuals, and business entities. While we seek to make the Challenge open worldwide, we cannot open the Challenge to residents of Cuba, Iran, Syria, North Korea, Sudan, and Myanmar (Burma) because of U.S. laws. In addition, the Challenge is not open to residents of Italy or Quebec because of local restrictions."


In altre parole vengono esclusi dalla competizione tutti i paesi che sono nei guai con gli USA (Cuba, Iran, Iraq...) e in più vengono esclusi la provincia canadese del Quebec e l'Italia a causa di "restrizioni locali".

Sembra che tali problemi siano causati dalla burocrazia eccessivamente farraginosa e dai regolamenti inutilmente complicati: infatti da noi ci sono infatti norme che in tempi di Internet hanno sapore borbonico e che spaventerebbero qualsiasi organizzatore di concorsi internazionali.

Per prima cosa, occorre depositare una somma di garanzia in anticipo per coprire l'intero valore del concorso: quindi Google dovrebbe stanziare 10 milioni di dollari in un conto corrente solo per lanciare il concorso in Italia.

Poi, in Italia i premi dovrebbero essere assegnati in presenza di un notaio e di un rappresentante di un'associazione dei consumatori riconosciuta; Google dovrebbe infine compilare infiniti moduli per fare registrare il concorso da due ministeri e dai monopoli di Stato.

Qui si possono trovare ulteriori dettagli.

Come sempre queste notizie stimolano amare riflessioni sul futuro che ci aspetta qui in Italia. Se le più grandi multinazionali informatiche non vogliono nemmeno bandire un concorso in Italia, quanto è (im)probabile l'apertura di un centro di ricerca e sviluppo nel Belpaese?

E chissà se un fenomeno tipico del meridione tra poco non diventerà nazionale, data questa assenza cronica di opportunità nel mercato del lavoro nazionale.

Tratto da: irick blog, scritto da: maelstrom

09 novembre 2007

02 novembre 2007

Acqua è vita

Per lanciare il nuovo stupendo capolavoro delle Scimmiette Allucinogene sono stati mobilitati ben 4 blog (dailypaolet.splinder.com, sosseri.blogspot.com, marcelloseri.blogspot.com, i-men.blogspot.com) che, in simultanea, perfettamente sincronizzati, hanno pubblicato questo post. Ma non è questo ciò che ci interessa.
Presentiamo il corto: diversamente, rispetto alle altre volte, noi Scimmiette Allucinogene siamo volute entrare nel merito di un tema davvero importante ed attuale… che ora… non ci ricordiamo… ah, sì… il vandalismo! (fatto da i giovani) sull'acqua.
Ma nemmeno questo è ciò che ci interessa.
Perché quello che, in fondo, vogliamo trasmettervi con questo video è: ma a noi non ci interessa niente.
Buona visione


(Se) VOLETE vedere gli altri video delle Scimmiette Allucinogene cliccate sulla frase che segue: Dono 5000$ alle Scimmiette Allucinogene che li accettano volentieri !

Grazie e alla prossima!!!

Uovo di Pasqua nell'icona di Text Edit


Vi siete mai chiesti cosa ci sia scritto sul foglio presente nell’icona di TextEdit (un semplice editor di testi del Mac)?

Ecco svelato il segreto, grazie alle icone in formato “gigante” di Leopard… Come avrete già sicuramente capito, si tratta del testo della famosa campagna pubblicitaria “Think Different” (qui in italiano: “Think Different”).

"Noi che..."

Noi che facevamo “Palla Avvelenata”.
Noi che giocavamo regolare a “Ruba Bandiera”.
Noi che non mancava neanche “dire fare baciare lettera testamento”.
Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo “Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini”.
Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi che mettevamo le carte da gioco con le mollette sui raggi della bicicletta.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
Noi che “se ti faccio fare un giro con la bici nuova non devi cambiare le marce”.
Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d’aria mettendole in una bacinella.
Noi che ci sentivamo ingegneri quando riparavamo quei buchi col tip-top.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c’era l’amico in casa.
Noi che facevamo a gara a chi masticava più big babol contemporaneamente.
Noi che avevamo adottato gatti e cani randagi che non ci hanno mai attaccato nessuna malattia mortale anche se dopo averli accarezzati ci mettevamo le dita in bocca.
Noi che quando starnutivi, nessuno chiamava l’ambulanza.
Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa.
Noi che dopo la prima partita c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella..
Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e lui la prendeva Con le mani non era fallo.
Noi che giocavamo a “Indovina Chi?” anche se conoscevi tutti i personaggi a memoria.
Noi che con le 500 lire di carta ci venivano 10 pacchetti di figurine.
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.
Noi che ci spaccavamo le dita per giocare a Subbuteo.
Noi che avevamo il “nascondiglio segreto” con il “passaggio segreto”.
Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la penna.
Noi che in TV guardavamo solo i cartoni animati.
Noi che avevamo i cartoni animati belli.!!
Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake e Mazinga (Goldrake, ovvio..)
Noi che guardavamo ” La Casa Nella Prateria ” anche se metteva tristezza.
Noi che abbiamo raccontato 1.500 volte la barzelletta del fantasma formaggino.
Noi che alla messa ridevamo di continuo. Noi che si andava a messa se no erano legnate.
Noi che si bigiava a messa. Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
Noi che non avevamo il cellulare per andare a parlare in privato sul terrazzo.
Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno.
Noi che non avevamo nemmeno il telefono fisso in casa. Noi che si andava in cabina a telefonare.
Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
Noi che le palline di natale erano di vetro e si rompevano.
Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.
Noi che alle feste stavamo sempre col manico di scopa in mano.
Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.
Noi che guardavamo film dell’orrore anche se avevi paura.
Noi che giocavamo a calcio con le pigne.
Noi che le pigne ce le tiravamo pure.
Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.
Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti.
Noi che il bagno al mare si poteva fare solo dopo le 4.
Noi che a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali.
Noi che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.
Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.
Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.
Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa Era il terrore.
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.
Noi che internet non esisteva.
Noi che però sappiamo a memoria “Zoff Gentile Cabrini Oriali Collovati Scirea Conti Tardelli Rossi Antognoni Graziani (allenatore Bearzot)”.
Noi che “Disastro di Cernobyl” vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.
Noi che compravamo le uova sfuse, e la pizza alta un dito, con la carta del pane che si impregnava d’olio.
Noi che non sapevamo cos’era la morale, solo che era sempre quella…fai merenda con Girella.
Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.
Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
Noi che però sapevamo che erano le 4 perchè stava per iniziare BIM BUM BAM.
Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perchè c’era Happy Days.
Noi che il primo novembre era “Tutti i santi”, mica Halloween.

Noi che siamo stati queste cose e gli altri non sanno cosa si sono persi.
Noi che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.

Che fortuna amici!