24 dicembre 2007

Buone feste!!!

Riproporrei volentieri il sempre più attuale video dell'anno scorso. Ma sarebbe monotono...

Già che ci siamo, visto che vi ho parlato del Pastafarianesimo, non vedo perché non perseverare nel diffondere il verbo...

TANTI CARI AUGURI di BUON NATALE, GRANDIOSO 2008 e DOLCE BEFANA!
(perché non ci pensa mai nessuno alla befana???)

E per chi crede di essere già nel 3000... BUON NASALE!

E per tutti gli altri, che non credono a nulla di quanto detto, risparmiatemi di citare le feste per ogni credo religioso e accontentatevi di un affettuoso BUONE FESTE!

Ciao a tutti,
doc

19 dicembre 2007

Lettera...

Riporto questa lettera che da qualche tempo circola su internet, mi farebbe piacere se TUTTI lo commentaste:
Data 19.12.2007
  • In considerazione di quanto sta avvenendo nel nostro Paese e nelle nostre città, evincendo dai quotidiani le sentenze emesse nei confronti di cittadini extracomunitari che, clandestini e spesso pregiudicati, continuano a delinquere liberamente;
  • Considerata la loro possibilità di poter continuare ad usufruire di tutti i servizi (salute, casa, scuola, etc. ) con anzi una corsia preferenziale per il loro ottenimento;
  • Considerata la possibilità per queste persone di compiere attività illegali ed avere comportamenti illeciti senza mai dover rendere conto alle leggi di questo Stato e tantomeno alla Comunità;
  • Considerato che NON contribuiscono al mantenimento dell'apparato sociale di questo Stato in nessun modo:
CHIEDO

Che mi venga tolta la cittadinanza italiana e di essere considerato a tutti gli effetti un immigrato clandestino e, come tale, essere trattato e giudicato.

In attesa dell'ottenimento di quanto richiesto provvederò ad un comportamento consono al mio nuovo status ed, in particolare:
  • Sospensione dei pagamenti di tutte le tasse locali, statali e sociali.
  • Occupazione abusiva di locali ove poter vivere indisturbato.
  • Svolgimento di attività più o meno lecite per il mio sostentamento(furto, rapina, spaccio, lavoro nero etc..).
  • Sospensione RC auto, revisione automezzo e patente.
  • Richiesta di sussidio di mantenimento con il sostegno delle organizzazioni sindacali, politiche e sociali preposte al mio inserimento sociale, culturale e lavorativo.
Certo che questa mia richiesta venga presto esaudita, nel convincimento che "La legge è uguale per tutti" ritengo doveroso che, le sentenze applicate fino ad ora, saranno le stesse che verranno applicate nei miei confronti.

Cordiali saluti

Il matematico

17 dicembre 2007

Le storie più curiose di perdita di dati

Le dieci disavventure informatiche più curiose, raccontate in una singolare classifica: dalle chiavette Usb lavate in lavatrice all'olio versato dentro il disco fisso per renderlo più silenzioso.

fotolia
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-12-2007]


Kroll Ontrack, azienda specializzata nel recupero dati che ha recentemente attivato una propria "camera bianca" in Italia, presenta le dieci storie più curiose legate alla propria attività.

10. Tutto in lavatrice
Una signora disperata ha richiesto l'intervento dei tecnici per aver lavato tutti i suoi dati... La sua chiavetta Usb è accidentalmente caduta nella lavatrice e dei suoi preziosi dati non è rimasto neanche un alone.

9. Papà informatico
Un padre di famiglia, tornato di fretta dal lavoro per dar da mangiare alla sua bambina, ha dimenticato in tasca una chiavetta Usb. Chinandosi sul seggiolone, il dispositivo si è inabissato in un appiccicoso purè di mele.

8. Pesca pericolosa
Un pescatore ha pensato di ingannare il tempo in attesa della preda, giocando con il suo laptop. Alzandosi in piedi per prendere la canna da pesca, il pescatore è finito in acqua insieme al suo computer, trascinando tutti i dati sul fondo del lago.

7. Fotografo sull'orlo di una crisi di nervi
Un fotografo di matrimoni ha rischiato di subire le ire di una sposa, quando ha scoperto di aver sovrascritto le sue fotografie con quelle di un altro evento. Due giorni prima che la coppia tornasse dalla luna di miele, il fotografo ha chiamato i tecnici per chiedere aiuto. La sposa non ha mai saputo nulla.

6. Esperimenti corrosivi
Nel corso di un esperimento uno scienziato ha versato dell'acido su un disco fisso esterno. Ritenendo che tutti i dati fossero stati bruciati, ha chiamato gli esperti di recupero dati che alla fine in qualche modo sono riusciti nell'impresa.

5. Tafferugli aziendali
In Australia, nel bel mezzo di un litigio un uomo d'affari ha lanciato una chiavetta Usb contro il socio. La chiavetta, contenente importanti progetti e presentazioni aziendali, è finita sul pavimento frantumandosi in mille pezzi. Fortunatamente progetti e presentazioni sono stati recuperati e salvati.

4. Al fuoco!
Un incendio ha distrutto gran parte dei documenti presenti in un ufficio, risparmiando solo alcuni Cd. Questi però si erano fusi con la custodia in plastica. Un gran lavoro per i tecnici specializzati ma, anche in questo caso, il recupero dei dati è andato a buon fine.

3. Alla ricerca della tranquillità
Uno scienziato britannico, sentendo cigolare il suo disco fisso, vi ha praticato un foro e ha versato dell'olio nei meccanismi. Il disco ha smesso di fare rumore, ma anche di funzionare.

2. Para-cadute?
Per testare le funzionalità di un paracadute, una telecamera è stata lanciata da un aereo. Sfortunatamente il paracadute ha fallito il test e il fragile oggetto si è frantumato al suolo in mille pezzi. I tecnici di recupero dati sono riusciti a riassemblare il supporto di memorizzazione della videocamera e a recuperare il filmato del mancato funzionamento del paracadute.

Ma l'incidente più curioso in assoluto tra tutti quelli registrati nel 2007 è:

1. Il formicaio nel disco fisso
Scoprendo che delle formiche avevano preso dimora in un disco fisso esterno, un fotografo tailandese ha rimosso il rivestimento e spruzzato un insetticida al suo interno. Le formiche non se ne sono andate, mentre i dati contenuti sì... almeno fino al recupero.

13 dicembre 2007

La Cueva de los Cristales

La Cueva de los Cristales, o Miniera dei Cristalli, si può ragionevolmente considerare una delle meraviglie del mondo!

Questo meraviglioso museo naturale si trova in Messico, nel deserto di Chiuaua, vicino alla città di Naica, ed è uno (forse l'unico) luogo al mondo in cui si trovano formazioni cristalline di selenite (una forma purissima di gesso) di oltre 10 metri di lunghezza e di quasi 2 di diametro.
Vi piacerebbe visitarle, eh??? Peccato che la temperatura della grotta si aggiri attorno ai 48°C, con un'umidità quasi al 100%, condizioni insopportabili dall'uomo se non per pochissimi minuti.

Quindi mettetevi il cuore in pace e godetevi le immagini che riuscite a trovare in Internet, che cominciano ad essere molte visto che un gruppo di speleologi italiani (La Venta) ha ottenuto il vialibera per un'esplorazione approfondita della grotta. Trattasi del progetto Naica-Pelenos, un progetto di ricerca scientifico di durata triennale, iniziato nel gennaio 2006, e descritto molto dettagliatamente nel sito naica.laventa.it volto a svelarci i misteri della grotta e del pianeta.

Potete trovare ulteriori informazioni sulla grotta su:

Ecco perché mi vergogno di essere italiano...

Come mai ogni volta che si riesce a fare qualcosa di logico, sensato e potenzialmente corretto, i nostri dipendenti al governo riescono sempre a mettercelo nel c***???

Già sto strano di mio perché ormai sono due governi che mi sento preso in giro (prima ero ancora troppo piccolo per rendermene conto), poi fanno certe uscite... c'è da farli fuori tutti! Siamo la burla del resto del mondo! Pure il Mali ormai ride dell'Italia e soprattutto degli italiani? Possibile che non riusciamo a farla sta ca**o di guerra civile?

Cmq, bando alle ciance, traggo dal Corriere la cosa che mi ha fatto infuriare stamattina:

La riforma aveva già avuto l'ok di Palazzo Madama
E alla fine la Camera tagliò i tagli
I deputati sopprimono il tetto agli «stipendi d'oro» dei manager pubblici

Taglia, taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli. L'ultimo a essere soppresso è stato il tetto agli «stipendi d'oro». Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi, d'ora in avanti i «grand commis» pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese. Eppure, dopo tante retromarce nella sbandierata moralizzazione avviata solo per placare l'indignazione popolare, pareva che almeno questo principio fosse acquisito: chi lavora per la sfera pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende di Stato alle municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e pensioni troppo alte. Per mille motivi. Perché le nomine sono spesso dovute non alle capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in cambio di certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto «gentilezze» al partito di riferimento. Perché nel mondo privato, tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le sicurezze del sistema pubblico.

Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato, all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: «Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo presidente della Corte di cassazione». Cioè 275 mila euro l'anno. Chiaro? Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati con soldi pubblici. Compresi «i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di controllo di società non quotate, i dirigenti». E se per trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo: «Il limite non si applica alle attività di natura professionale e ai contratti d'opera» se si tratta di «una prestazione artistica o professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni dì effettiva concorrenza». E se invece si trattasse di strappare alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste eccezioni erano previste. Come eccezioni, però. Le nuove regole infatti, diceva l'articolo 144, «non possono essere derogate se non per motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a tre anni». Di più: dovevano ottenere la firma del capo del governo e rientrare «nel limite massimo di 25 unità. Corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità». Riassumendo: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato (quindi niente pensioni d'oro e niente liquidazioni stratosferiche) potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. E guai a chi faceva il furbo perché ogni contratto doveva d'ora in avanti essere trasparente. Di più: «In caso di violazione, l'amministratore che abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare eccedente la cifra consentita».

Non bastasse, l'articolo fortissimamente voluto soprattutto da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori del libro «I costi della democrazia», metteva un altro candelotto sotto i privilegi di certi boiardi di Stato: il divieto del cumulo di poltrone, a meno che non accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende. Insomma: una piccola grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di mettere ordine in un sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini basiti davanti a casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che guadagnava alle Ferrovie circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne andò, per andare a guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione per «raggiungimento risultati » (il pareggio) di 6,7 milioni. O del suo successore Elio Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate con un buco di 2 miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7 milioni. O ancora quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e mezzo di euro l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di direttore generale. Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle da capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4 milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2 milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No. E così, subito dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare l'articolo 144, a partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga. Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il governo, tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il messaggio all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo: marameo.

Lo stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli italiani i componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice mondiale sul clima: 52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff che altre delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a Montreal, l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due agenti di scorta. Sarà. Ma ci restano alcune curiosità: come mai, nel mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della Regione Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta?

Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella

Roboviolinista

Attenti a voi...

... per la serie "non c'è più religione"...

... il talento artistico dei robot sta arrivando: Toyota presenta il primo roboviolinista del mondo!
The new personal robot is a part of Toyota’s Global Vision 2020. The 152-centimeters (5-foot) tall two-legged robot is capable of playing violin. It makes use of its mechanical fingers to push the strings and plays the bow with its other arm. It touts 17 movable joints that endow it with the capability to conduct domestic duties and assist in nursing. The violin-playing robot responds to voice commands and boasts of advanced face recognition.
Potete anche vederlo (e sentirlo) in questo video:


Fonte: BornRich

10 dicembre 2007

A MORTE TRENITALIA

Che bello, abbiamo prenotato i biglietti per Innsbruck... e pure con lo sconto!!!

Se non fosse che il bigliettaio si è sbagliato e ci ha fatto andata e ritorno nello stesso giorno e non con due giorni di differenza... dovremmo arrivare a Innsbruck alle 10.30 per essere ripartiti alle 9.30 della stessa mattina, e sembra un po' difficile da fare (oltre che grammaticalmente strambo)...

Purtroppo non ci siamo accorti subito dell'errore e 2 ore e 15 minuti dopo aver fatto il biglietto eravamo allo sportello della biglietteria. Nulla, biglietto da buttare e altre 58 euro da pagare perché il biglietto può essere cambiato solo entro 2 ore (anche se è una prenotazione per un treno che parte tra 2 settimane!!!).
Vi sembra normale che il servizio di trasporti pubblici (che grazie al furbo Presidente del Consiglio non è più pubblico ed è gestito da cani) sia così ladro??? Posso capire che il biglietto con prenotazione non sia rimborsabile se uno perde il treno o lo vuole cambiare il giorno della partenza, ma almeno 24 ore per chi prenota con largo anticipo potrebbero considerarle!
E in ogni caso, anche non rimborsando la quota relativa alla prenotazione, mi sembra doveroso rimborsare almeno il costo della tratta che non potrà essere percorsa. E' come se riportiamo al negozio un vestito nuovo e si tengono il capo che riportiamo, senza però sostituirlo/rimborsarlo! Il diritto di recesso dura 15 giorni... perché lo legge non è uguale per i biglietti del treno inutilizzabili?



Adesso sono parecchio incazzato per questa cosa, un po' con me che non ho controllato subito i biglietti, un po' con la biglietteria che ha sbagliato il biglietto e con quella che non lo ha cambiato e molto con trenitalia che pensa solo a rubarci più soldi che può...
Voglio solo rilassarmi un po', vi lascio un simpatico video... riconoscete la canzone?

06 dicembre 2007

MiniBo...

...a quattro passi da casa.


...alla stazione.




...a Bressanone (duqnue MiniBrixen).


...al Circo dei Saltimbanchi al Lido Bello di Porto Potenza Picena (MC)

04 dicembre 2007

Qualche mito da sfatare

Qualche mito da sfatare
di Matteo Moro

Avevo quasi rinunciato a spiegare alla gente i vantaggi del software libero: mi ero quasi assuefatto ai pomposi discorsi aziendali (=di aziende che non sanno neanche cosa sia il software libero) sul fatto che sotto Linux la nostra stampante non funzionerà, sul fatto che gli utenti sanno usare Windows, sanno usare Office e su altre minchiate di questo genere. Poi ho letto un articolo del buon Gigi Cogo e hanno iniziato a prudermi le mani… La prima reazione è stata quella di ignorare la cosa e salvarmi l’articolo per rileggerlo a mente fredda. L’ho riletto e mi sono ripromesso di evitare le polemiche inutili. Poi però mi sono detto “eh no, cazzo, le cose bisogna dirle come stanno“.

Partirò da un paio di presupposti, un po’ esagerati ma che rendono l’idea di quale sia la situazione:

  1. L’utente medio NON SA USARE nessun sistema operativo. Ci sono problemi nello spostare un file da una cartella a un’altra, nel distinguere la password di sistema da quella di un applicativo, nel comprendere il significato del tasto Caps-Lock (con conseguente elezione a “mago dei computer” di chiunque lo prema nel momento giusto quando la password “non funziona più”), anche solo nel rendersi conto di quale sia la cartella nella quale si sta salvando un documento. Parlo di persone che sono perfettamente in grado di svolgere compiti molto più complessi, come guidare un’automobile o districarsi in un processo di fatturazione.
  2. Lo stesso utente medio NON SA USARE nessun software di office-automation. Per formattare un testo si utilizzano spazi o, nel caso migliore, tabulazioni. L’allineamento è un’entità sconosciuta. Una semplice formula in un foglio di calcolo (anche una somma, mica ricerche complesse) sono qualcosa di incredibile.
  3. Sempre lo stesso utente medio NON SA USARE nessun client di posta elettronica. E’ tuttora un mistero il fatto che la posta possa essere organizzata in cartelle. Scaricare e salvare un allegato è spesso un’impresa titanica, per non parlare dello scrivere un’email che sia leggibile dal destinatario senza rischiare conati di vomito. Della possibilità di gestire filtri per organizzare la posta in arrivo in maniera semi-automatica non voglio neanche parlare.

Ai tre punti precedenti, mi sento di aggiungere che buona parte (per non dire la maggior parte) del personale IT ha competenze che superano di poco quelle degli utenti. Dalle mie esperienze degli ultimi anni, mi sento di dire che la situazione in cui un PC arriva nelle mani dell’utente è disastrosa. Accesso come Administrator (si, perchè se non sei administrator o equivalente un sacco di ottimo software gestionale, pagato a peso d’oro, non prova neanche a funzionare), sistema configurato così come esce dai negozi (pieno di software inutile e pesantissimo, millemila effetti grafici di dubbio gusto, servizi inutili attivi di default), software in versione demo perchè “tanto era già lì”, nessuna formazione agli utenti sull’utilizzo almeno dei software più comuni. L’idea comune secondo la quale Windows è facile” è una colossale cazzata messa in piedi dal marketing, non ha nulla a che fare con la realtà: è bene metterselo in testa.

E’ in questo genere di situazioni che sistemi come Windows danno il meglio di sè. La fama è quella del “sistema di merda“, quindi se qualcosa non funziona si può sempre dare la colpa a Bill Gates o al produttore di un certo gestionale che mi ha obbligato a configurare il sistema in un certo modo. La verità è un’altra: prendere decisioni su grossi insiemi di hardware e software è difficile, e richiede conoscenze maggiori di quelle che la maggior parte dei dipartimenti IT possiede. Prendere decisioni implica anche il fatto di assumersi responsabilità, ed è risaputo quanto sia facile, specie in ambito aziendale, dare la colpa all’IT quando le cose non funzionano. Non importa se i problemi stanno da altre parti, dare la colpa all’informatico, o presunto tale, di turno è la via più comoda e credibile.

La cosa importante per i dipartimenti IT, a questo punto, diventa avere qualcuno su cui scaricare le colpe. Il fatto che le cose funzionino bene o male diventa secondario. L’uso di software libero in azienda presuppone dunque diverse difficoltà, tutte per il settore IT:

  1. Ci vuole competenza. In realtà ci vorrebbe anche utilizzando software non libero, ma in quest’ultimo caso è più semplice mascherare l’incompetenza dietro a un “riavvia” che spesso risolve ogni misterioso malfunzionamento senza essere costretti a capire quello che succede.
  2. Ci vogliono palle d’acciaio, per evitare che vadano in mille pezzi ad ogni discussione con fornitori di hardware e software che non hanno idea di cosa sia ODBC o se il loro prodotto sia o meno funzionante con Linux. No, Linux non è RHEL o SLES con i loro moduli proprietari: Linux è quello che trovo su kernel.org, e prima di comprare una periferica voglio sapere se sia supportata nativamente o meno. Una volta trovati i fornitori giusti, però, la strada è in discesa.

A queste, se ne aggiungono altre che non sempre sono superabili: la prima è la migrazione da un sistema esistente. Avere anni di dati salvati in formati proprietari può rendere impossibile una migrazione. Una migrazione in genere, non una migrazione a Linux: il problema sta nei formati di merda che stiamo utilizzando, ma spiegarlo all’azienda è un problema dell’IT. Va detto che migrare da un sistema ad un altro è SEMPRE problematico, non dipende dal fatto che il sistema verso cui si migra sia Windows, Linux o Cazzabubbola-OS. E’ il passaggio in sè che è sempre difficile e questo va ficcato bene in testa a chi sostiene che sia Linux ad essere difficile da usare/gestire. No! Il difficile è il passaggio, a qualunque sistema tu decida di passare!

Sono consapevole del fatto che questo discorso potrebbe diventare eterno, ma per oggi mi fermo qui. I commenti, a patto che le mani siano guidate da cervelli in buone condizioni, sono sempre qua sotto.