29 gennaio 2007

Semplicemente sono stufo!

Questo post sarà molto lungo. Voglio raccogliere alcuni (pochi) articoli che mi hanno colpito, che dovrebbero colpire tutti...

Non riesco a capire come sia possibile che la media delle persone che hanno un qualche tipo di "ruolo di potere" sia data dalla deficienza totale! E' vero che le poche mosche bianche che di rado spiccano dalla melma vengono fatte fuori in un attimo, grazie anche al sostegno di quell'altra massa di deficienti che pretendono di chiamarsi giornalisti che resta sempre silenziosa nel proprio mondo di cronache surreali, spaventata dall'avere un'opinione seria, documentabile e possibilmente vicina alla realtà. Anche per i giornalisti ci sono mosche bianche e per fortuna sono molte di più che tra i politici, ma più un giornalista è serio più sarà costretto a fare il giornalista indipendente e a cercare di guadagnarsi da mangiare in qualche altro modo.
Se ci penso, è ovvio che, per lo meno per quanto riguarda i politici, siano almeno mediocri. Questo perché la democrazia ha bisogno della mediocrità. Se ci fosse una personalità di spicco, capace di concentrare le attenzione, fomentare gli animi ed ottenere ragione e consenso, si passerebbe in un battibaleno alla dittatura.
D'altra parte, sembra molto meno ovvio che le mediocrità finiscano a dirigere grosse aziende... ma i mediocri sono più manovrabili, per cui siamo di nuovo all'ovvietà. L'unico prezzo da pagare è che dopo un po' si scopre come l'azienda sia sull'orlo del fallimento. Ma tanto l'economia moderna è il più grande insulto all'intelligenza umana dello scorso secolo, un illusione di libertà e ricchezza che si sorregge ormai solo sull'oscuramento dei reali conti aziendali per evitare una bancarotta globale che presto o tardi ci farà rimanere tutti col "culo per terra"!

Per il momento lasciamo in sospeso questi discorsi, li porterò avanti con migliori argomentazioni e documenti non appena avrò finito di riordinarli e ricatalogarli un attimo... basta che diate un'occhiata anche solo ai testi di Stiglitz, premio Nobel per l'economia, per rendervi conto di come sia d'accordo con me. Ma di personalità del suo livello che dicono queste cose ce ne sono moltissime e non c'è da stupirsi, l'importante è che si eviti di arrivare al "volgo", la massa non deve sapere certe cose! Per fortuna ci sono i mass media che ci tengono buoni tra reality show e varità che insultano l'intelligenza umana.

Il mondo va così, ma l'Italia riesce a stargli dietro molto bene... a volte passa anche in testa! In Italia nemmeno Wikipedia funziona, è assurdo. Non c'è l'obbligo di citare le fonti sugli articoli di giornale (non gli informatori, ma i documenti, le interviste integrali, ...), è assurdo!

Tornando a noi, voglio porre l'attenzione sui seguenti articoli, di cui lascerò indicata la fonte:

Cari governanti: no future
di Paolo Scampa

Un lettore ci manda questo scritto che volentieri pubblichiamo.
(EFFEDIEFFE edizioni)

Nessuna guardia del corpo sarà mai in grado di proteggere i vostri polmoni della lenta e implacabile morte da contaminazione atomica portata dalle vostre guerre all'uranio «impoverito».

Cari governanti ignorate forse che l'uranio metallico (industriale) è piroforo?
Che si polverizza in un numero gigantesco di particelle al momento dell'incandescente impatto (più di 3000°c)?
Che ogni grammo di uranio che brucia produce almeno un centinaio di miliardi di volatili polveri così mostruosamente «sottili» (da10 Angstrom a 100 micron per una dimensione media di 0,5 micron) che quelle inferiori a 2 micron entrano senza ostacoli nei polmoni prima di passare nel sangue che le depositerà qua e là nei tessuti ?
Che codeste polveri contaminate galleggeranno per almeno due anni nella bassa atmosfera prima che una parte ricada inquinando suoli, alimenti, acque?
Calcolate, cari mortali, le tonnellate di invisibili necroparticelle atomiche sospese nell'aria dalla vostre ultime ed incompiute guerre umanitarie.
Sappiate che circa il 70 % delle 8000 tonnellate di DU bruciate in Iraq, in Afghanistan, nei Balcani, nei vari poligoni militari del mondo si è «aerosolizzato» in almeno 4,8*10^27 particelle; sappiate che queste 8000 tonnellate corrispondono a 2666 Curie di cui almeno 1600 si sono «volatilizzati» alla mercè delle correnti meteorologiche.

Calcolate allora quante polveri radioattive ultra-fini sono state, in media, disseminate per metro cubo d'aria; i vostri illuminati consiglieri «strategici» sapranno certamente che la bassa atmosfera terrestre (10 km di alto contenente circa il 75 % della materia «aerea») occupa un volume di 5,11*10^18 m^3 e di conseguenza che, in media, a falsamente ed ottimisticamente supporre che il 99 % di esse siano ricadute, ci sono ora almeno 6 milioni di particelle d'insolubile uranio metallico per m^3 d'aria che noi tutti respiriamo.

Ossia, in peso leggero, leggero ma dalle conseguenze polmonari pesanti 10,9 picogrammi di uranio 238 per m^3 di buon aria per un valore radiologico complessivo di 130 nanoBq al m3 allorché il valore normale e naturale è ZERO; quantificate perciò i metri cubi d'aria che avete inalato al giorno (circa 23 quotidiani m^3, di più se siete sportivi); considerate il mortifero impatto delle
croniche radiazioni interne ravvicinate sui polmoni prima, sul DNA delle cellule invase poi, e guardate la vostra democratica morte futura in faccia.

Lo spaventoso tasso di mortalità e di invalidità tra soldati e popolazioni civili direttamente colpite nonché l'incremento drammatico delle malattie a livello planetario sono sotto i suicidi occhi ciechi di tutti i parlamenti, di tutti i media, di tutte le scienze, di tutta la AIEA, di tutte le chiese.

Cari governanti avete trasformato la biosfera in una radiologica camera a gas lento.
Il vostro luminoso disegno si è finalmente compiuto: Auschwitz per tutti, per sempre .
Siate fieri, i vostri figli quanto i nostri respirano la vostra soluzione terminale.
Cari governanti: no future.

Paolo Scampa
Vice-presidente dell'AIPRI (Associazione internazionale per la protezione contro i raggi ionizzanti).

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E porca miseria.. è da anni che si sa' questa cosa e nessuno dice nulla! Hanno trovato l'uranio impoverito Afgano nell'aria di Londra. E' stato scritto su qualche giornale, poi, il giorno dopo, la notizia è improvvisamente scomparsa! Che strano...

Occhio non vede, cuore non duole!
di Carlo Bertani – 29 gennaio 2007

“Fu nelle notti insonni, vegliate al lume del rancore
che preparai gli esami, diventai procuratore.
Per imboccar la strada che dalle panche d’una cattedrale
porta alla sacrestia quindi alla cattedra d’un tribunale,
giudice finalmente, arbitro in terra del bene e del male.”
Fabrizio de André – Un giudice – dall’album “Non al denaro non all'amore né al cielo

Ineffabile Mastella: con un semplice decreto è riuscito a scontentare quasi tutti, compresi alcuni esponenti della comunità ebraica italiana. Già, perché fra le cose peggiori partorite dall’attuale governo (che ne sta facendo altre nelle giusta direzione, ad esempio sulle liberalizzazioni e sul risparmio energetico) c’è senz’altro il decreto Mastella sulla Shoà, non tanto per la oramai stantia questione del negazionismo, quanto per l’enorme “salto del gambero” che si compie sotto il profilo giuridico.

Molti commentatori hanno espresso pareri equivalenti, ma voglio ricordare che proibire per legge l’espressione delle idee è quanto di più pericoloso può avvenire proprio per le persone destinatarie della “protezione”. In altre parole, rischia di fomentare più antisemitismo il decreto che il dibattito e, quando si palesa la galera come spauracchio per chi non s’adatta alla verità di Stato, le idee passano dall’essere esplicitate nei dibattiti pubblici al mondo sotterraneo delle società segrete o semi-segrete.

Chi conosce la genesi del nazismo sa perfettamente qual è il rischio, e questo lo afferma una persona che non ha mai negato la Shoà , poiché sostenere che la politica israeliana è imperialista e colonialista non significa assolutamente essere anti-ebraici.
Forse sulla Shoà si potrebbero aggiungere nuovi elementi: anche se a pagarne il prezzo più elevato furono senz’altro gli ebrei, non dimentichiamo che le popolazioni balcaniche furono sterminate allo stesso modo, e non soltanto i Rom. La Jugoslavia fu l’unico stato europeo che non ebbe il “boom” demografico del dopoguerra: le ragioni sono molte, ma il terribile “salasso” di vite subito ad opera dei nazi-fascisti ebbe senz’altro la sua parte.

La lugubre risiera di San Sabba – a Trieste – funzionava sia come campo di transito che come lager d’eliminazione: anche lì furono uccisi molti ebrei, ma la principale funzione della struttura era quella d’eliminare tutti i partigiani che venivano catturati, soprattutto in Slovenia. I ganci da macellaio ai quali venivano appesi – vivi – i catturati testimoniano che i nazisti non furono molto teneri nemmeno con i non-ebrei.
Infine, Primo Levi stesso ricorda che a “collaudare” le camere a gas di Birkenau fu un reparto di prigionieri russi che entrò nelle tristemente famose “camere della morte” a passo di marcia. La ferocia naziste s’abbatté senza distinzione contro tutti i suoi avversari (o coloro che riteneva tali): non è corretto oggi presentare la Shoà come un evento che coinvolse solo tedeschi ed ebrei, poiché fu un fenomeno europeo (quanti polacchi, ucraini, lituani, francesi, ecc, sorressero i nazisti?) mentre dall’altra parte c’erano sì tantissimi ebrei, ma anche popolazioni ritenute “inferiori” come i Rom oppure prigionieri di guerra, partigiani, oppositori del regime.

La tanto vituperata vignetta che vinse il concorso grafico di Teheran sull’Olocausto, ben rappresenta la situazione odierna: un popolo, che fu perseguitato e sterminato, oggi perseguita e stermina un altro popolo (quello palestinese) cercando di “coprire” – sotto un velario sempre più stretto – le proprie responsabilità odierne con il ricordo della tragedia subita.
Chiunque abbia ancora un po’ di equilibrio sa riconoscere i grandi contributi forniti da tanti esponenti della cultura ebraica all’umanità: allo stesso modo, dobbiamo saper identificare la natura violenta e dispotica della dirigenza israeliana. Per fortuna, ebrei ed Israele non sono sinonimi, e questo lascia aperta una porta alla speranza.

C’era proprio bisogno di una legge per proibire il dibattito?
In questa situazione, Mastella – signore di Ceppaloni – non poteva partorire niente di meglio poiché quello è il suo retaggio: educato, misurato, apparentemente comprensivo ma ostinatamente legato ad una concezione feudale del diritto.
Nella visione di Mastella, si giunge ad identificare nelle sentenze emanate il “metro” per giudicare la storia e porre “sotto sequestro” la storiografia, ma le sentenze – pur importanti – sono emanate dagli uomini: Mastella pare – per suo formazione – scambiarle per dogmi o con il verbo divino.

Dovrebbe allora rispondere ad una domanda: siccome le due bombe atomiche di Hiroshima e di Nakasaki furono un evidente crimine contro l’umanità, per la ventura di non essere mai state condannate da nessun tribunale diventano dei bruscolini senza importanza? La storia la scrivono i vincitori – questo tutti lo sanno – ed almeno un capo d’accusa del processo di Norimberga “Aver condotto l’azione bellica con mezzi inumani” poteva essere tranquillamente applicato a tutti i contendenti. Bombardare a tappeto i quartieri dei civili fu un atto “umano”? Lo fecero tutti: tedeschi, inglesi, giapponesi, francesi, americani, italiani…
L’aspetto più curioso del decreto è che si prendono come pietra di paragone, per giudicare chi “sobilla” o “sostiene” crimini contro l’umanità, le sentenze emanate da tribunali nazionali internazionali. Fare il Ministro della Giustizia gli ha dato alla testa.

Ora – caro Mastella – se seguiamo questo principio dobbiamo riconoscere che Stalin fu un angioletto e ne vorremmo chiedere la completa riabilitazione agli occhi del mondo. Chi mai ha emanato sentenze sull’operato del georgiano? L’URSS? Non mi risulta: spulciando le delibere del Soviet Supremo di quegli anni (1957-1960) – ossia gli anni di Krusciov e della “destalinizzazione” – non c’è traccia di condanna per l’operato del padre padrone sovietico. Si cambiava strada, ma nessun accenno al passato.

L’ONU non ha prodotto nulla, altri tribunali nemmeno…quindi…
Se sentite qualcuno affermare che le popolazioni meridionali dell’URSS – ucraini, moldavi, ceceni, ecc – furono deportate in Siberia ed utilizzate per costruire dighe e strade in cantieri che erano dei veri e propri campi di lavoro forzato, non credete una parola. Anche Buttiglione – che ancora si spertica per dimostrare l’equipollenza Hitler/Stalin – dovrà ricredersi perché non c’è nessuna sentenza che dimostri quei fatti, e dovrà ringraziare proprio l’amico Mastella se dovrà abbandonare questo suo eterno (ed un po’ ripetitivo, ammettiamolo…) cavallo di battaglia.

Il “decreto Mastella” apre nuove, inaspettate possibilità all’indagine storica: il povero Augusto Pinochet Duarte fu un dittatore sanguinario? Fece uccidere migliaia d’oppositori politici nel famigerato stadio di Santiago?
Non esiste nessuno stadio di Santiago insanguinato con l’assassinio dei comunisti, dei socialisti, dei sindacalisti cileni: è solo una fantasia, una leggenda metropolitana tramandata da generazioni di comunisti incalliti che vogliono adombrare l’onore del “salvatore della Patria” cilena!
Qualcuno ci provò a scrivere una verità giudiziaria su Pinochet – ovvero il solito giudice Garzon spagnolo – ma si mossero tutti, dalla Tatcher a Kissinger, per salvare “l’amico” cileno. Non fosse mai che venisse processato e che facesse dei nomi, ovvero quelli dei mandanti.

Avete letto testimonianze di Isabel Allende e di Sepulveda sul Cile? Roba che fa rizzare i capelli? Ma fateci il piacere…saranno solo due scrittori in cerca di pubblicità che s’inventano delle storie mai avvenute per vendere qualche copia in più. Se ancora lo fanno, sbandierategli in faccia il decreto Mastella: c’è scritto in qualche documento ufficiale che i massacri sono avvenuti? Allora, ritti, muti e rassegnati: scrivete libri di cucina e non rompete i cosiddetti.
Poche centinaia di chilometri ad est – in Argentina – ci sono una serie di scassamaroni che ancora s’inalberano perché – si dice – che i generali argentini abbiano fatto sparire circa 30.000 persone, tutti oppositori politici.

Questa è una fandonia che si smonta da sola: ma – signori miei – riflettete un attimo sulle dimensioni dell’Argentina…un mezzo continente…cosa volete che siano 30.000 persone? Si saranno perse fra il Chaco e la Patagonia …saranno emigrate tutte a Napoli al seguito di Maradona…magari se ne stanno tranquilli tranquillini a San Carlos de Bariloche – in mezzo alle ridenti birrerie edificate dagli “esuli” tedeschi dopo la Seconda Guerra Mondiale – e se la ridono di noi che ancora li cerchiamo!
E le nonne di Plaça de Mayo? Ma aprite gli occhi! Quante mamme e nonne cercano i loro figli e nipoti perché il sabato sera fanno tardi e non rientrano? Su venti milioni d’argentini ci saranno pure 30.000 ragazzi che “tirano” la mattina? E’ il caso di scomodare l’Interpol per cercarli? Prima o dopo torneranno, magari un po’ “brilli”, ma torneranno: d’altro canto, se non c’è nessun tribunale internazionale che ha accertato quei fatti, chi può affermare che ci sia stata una persecuzione? Mastella docet.

Infine, ci sono gli estremisti, gente che ha girato film come “Garage Olimpo” – dove si narra di gente pestata a morte nelle stazioni polizia, buttata giù dal quinto piano, scaricata in mare aperto, viva, dagli elicotteri dell’esercito – ma qui non è nemmeno il caso di perdere del tempo, perché di gente che racconta fantasticherie al cinema è pieno il mondo. Potrebbe mai esistere lo squalo bianco de “Lo squalo” uno, due e tre? Ma siamo seri e lasciamo ad Hollywood il privilegio di lavorare con la fantasia: loro sì che lo sanno fare.
Saltando a piè pari l’Africa – che è un posto tranquillo come un cantone svizzero, dove la massima ferocia mai accaduta riguarda i bambini che si feriscono con i temperini mentre intagliano flauti – atterriamo nel Tibet, dal 1951 al 1960, ma anche qualche anno dopo.

Qui, pare che i cinesi abbiano deportato ed ucciso circa un milione di tibetani su una popolazione totale di 8 milioni: lo sterminio del 12,5% di una popolazione non è certo un fatto che può passare inosservato. Difatti, nessun tribunale internazionale lo ha mai condannato e del tutto inutili sono le proteste che da oramai mezzo secolo il XIV Dalai Lama – Tenzin Ghiatzo – porta per il mondo.
All’indomani dei fatti di Piazza Tien An Men gli diedero il premio Nobel per la Pace , forse perché quelle immagini dei carri armati impressionarono qualcuno, ma si giunse presto alla verità.

Siccome nessun tribunale internazionale ha emanato una sentenza per i fatti di Tien An Men, è forse corretto pensare che si trattò di una grande esercitazione – molto realistica – fra i giovani della “milizia popolare” e l’esercito regolare cinese. Splendide immagini dove i giovani arrestavano i panzer cinesi con le pose del Tai Chi, oppure mimavano assalti ai corazzati usando l’antico ju-jitsu di Shao-lin.
Anche qui dobbiamo essere realisti ed anche un po’ cinici: se non c’è stata nessuna sentenza di un tribunale internazionale, possono essere accadute queste nequizie? Sono evidentemente il parto di giornalisti fantasiosi ed in cerca di fama: purtroppo, il tam tam dei media amplifica queste leggende metropolitane e tanti allocchi finiscono per cascarci e crederle. E i tibetani? Ma esisteranno davvero?

Anche in alcuni, recenti avvenimenti bellici si può scorgere l’operato della venefica serpe della cosiddetta “controinformazione”: qualcuno ha addirittura affermato che – durante la recente guerra in Libano – l’aviazione israeliana abbia raso al suolo la parte meridionale di Beirut, quella abitata dagli sciiti.
Né l’ONU né altri citano un simile obbrobrio: d’altro canto, bombardare le abitazioni civili è addirittura punito dalla Convenzione di Ginevra. Ora, se nessun tribunale internazionale rammenta l’episodio e se non s’è notato nessun Lanzichenecco ginevrino scendere in Libano per chiedere conto di quei bombardamenti, è evidente che non sono mai esistiti.

La cosa, per fortuna, ha trovato spiegazione dopo la guerra, quando Hezbollah si è dichiarata disponibile a fornire i fondi per la ricostruzione.
Purtroppo, soprattutto sul Web, si fa del pessimo giornalismo, non si consultano le fonti accreditate e si finisce per dar credito alle voci più fantasiose: la demolizione di Beirut sud era evidentemente già stata programmata da tempo. Probabilmente, alcuni esponenti libanesi chiesero “una mano” ad un paese vicino che aveva i mezzi per compierla in fretta e bene.

Difatti, oggi Beirut è tutta un ridente cantiere: la mattina, legioni di volonterosi muratori scendono in corteo, cantando, verso i quartieri distrutti. Al posto degli anonimi palazzoni sorgeranno schiere di villette con giardino, garage e barbecue pronto all’uso. Cosa non giungono a raccontare sul Web per acchiappare qualche tordo che legga i loro articoli!
Qualche assatanato antiamericano è addirittura giunto ad ipotizzare che ci sia stato a Falluja – in Iraq – un massacro compiuto dalle forze USA e dal nuovo esercito iracheno: roba da pazzi, compiuta a suon di bombe al fosforo, al napalm, alla marmellata esplosiva!

Sono evidentemente dei poveri dementi chiusi nel loro carapace d’odio per l’occidente e per la modernità: ma lo sanno – questi signori – che l’esercito USA ha creato un apposito “corpo” dei giornalisti aggregati alle truppe – vengono definiti embedded – per spiegare la verità, quella vera, ai tanti che aspettano di conoscerla?
A Falluja sono state sì uccise delle persone, ma erano tutti guerriglieri assatanati: correvano incontro alle truppe americane con dei Corani esplosivi legati al petto, così quando venivano colpiti speravano che i versetti del Profeta ricadessero come un fatwa contro i loro aggressori!

Altri si chiudevano nelle moschee facendo finta di pregare e le truppe americane dovevano entrare ed ucciderli ad uno ad uno: per fortuna esiste un documento filmato che prova la bestialità dei guerriglieri iracheni asserragliati nelle moschee.
Circola da tempo sul Web un documentario su Falluja – si dice girato dai medici della Croce e della Mezzaluna Rossa – dove si notano cadaveri bruciati con gli abiti intatti. E’ forse possibile che un cadavere bruci e che gli abiti rimangano intatti? Non vorrete mica credere che, nei laboratori di ricerca americani, abbiano scoperto una diavoleria che vi brucia fino al midollo e lascia intatti i jeans Armani all’ultimo grido che v’eravate comprati?

Anche qui – in mancanza di documenti ufficiali – dovremo trovare una spiegazione: pochi lo sanno, ma gli abitanti di Falluja sono tutti seguaci dei bonzi vietnamiti e come loro, di fronte all’invasione, protestano dandosi fuoco con la benzina. Appositi addetti, poi, passano a ricoprire i cadaveri con abiti firmati, perché non è detto che anche da queste tristi faccende non si possa ricavare qualche “ricaduta” pubblicitaria.
C’è forse un avvenimento al quale il ministro Mastella darebbe l’imprimatur: non ne siamo certi, ma il dubbio rimane.

Ci riferiamo alla nota vicenda che coinvolse l’allora Segretario di Stato USA – Powell – quando fu inviato all’ONU con una fialetta d’acqua distillata in tasca, sulla quale c’era scritto “Antrace”.
Riflettendo approfonditamente sull’avvenimento, potremmo concludere che le affermazioni di Powell sono state registrate ed emanate da un importante consesso internazionale – l’ONU – e di conseguenza possono rientrare in quella categoria che l’ineffabile Mastella considera “attendibile”. Non è una sentenza emanata da un tribunale nazionale od internazionale, ma è l’ONU…

Di conseguenza – sempre seguendo il Mastella-pensiero – dovremmo credere che Powell in quel momento dicesse la verità, poiché non mi risulta che ci siano stati atti ufficiali (ossia di organismi sopranazionali) che lo abbiano sbugiardato. Seguendo il Mastella-pensiero, quindi, gli iracheni sono i pusher planetari dell’antrace.
Anche rimanendo in Patria, possiamo scordarci la giornata di ricordo delle Foibe, perché non mi risulta che qualche consesso internazionale abbia sentenziato in materia. Per essere onesti fino in fondo, bisognerebbe celebrare anche la giornata dei “crimini italiani nei Balcani”: perché – Mastella – non chiede alla RAI di trasmettere il documentario “Fascist Legacy”, che sia la BBC sia la TV francese hanno già trasmesso?

Sui tribunali nazionali – caro Mastella – forse è meglio soprassedere: avranno emesso medesime sentenze i tribunali americani e quelli vietnamiti per la strage di My Lai?
Ah, già, dimenticavo: My Lai non è mai esistita perché nessun tribunale internazionale se n’è mai occupato…
Ma di cosa si occupano i tribunali internazionali?
A parte quello di Norimberga e la corte che giudicò i criminali giapponesi (che compì dei clamorosi errori, come impiccare il generale Homma per la “Marcia della Morte”, quando il generale ne era addirittura all’oscuro[1]) l’unico tribunale internazionale è quello dell’Aia.

Già, ma gli Stati Uniti hanno subito messo le mani avanti: nessun militare americano potrà mai essere giudicato dal tribunale dell’Aia! Signora Del Ponte: se dovesse scoprire (ma non lo farà, ne siamo certi) qualche crimine consumato a Falluja sa già quale sarà la risposta: marameo!
Siccome la Corte dell’Aia è oramai diventato il Tribunale dei “veti incrociati” – l’Iraq no, la Cecenia no, Africa ed America del Sud no, Asia no – è rimasta solo la Jugoslavia , alla quale il giudice elvetico s’è dedicata anima e corpo. Forse si è innamorata della Dalmazia e del suo splendido mare.

Anche qui, però, con qualche distinguo: come mai gli unici ad essere messi “sotto pressione” sono i serbi, quando in Croazia non è rimasta in piedi una sola chiesa ortodossa? Sa dove si trova l’unica chiesa serba della Croazia? Nello Stari Grad di Dubrovnik, perché è nell’antica area turistica e non se la sono sentita di demolirla. Ovviamente, questo vale anche per i molti eccidi compiuti dai non-serbi: sa qualcosa dello sterminio dei civili serbi quando si ritirarono dalla Krajna? Oppure dei crimini commessi dai battaglioni di mujaiddin intorno a Sarajevo? Qui non si tratta di negare le responsabilità serbe, ma il suo è un tribunale internazionale, che deve giudicare tutti gli atti criminali, senza distinzione di nazionalità…

Non fa niente – signora Del Ponte – non fa nulla: continuate pure a scaldare le sedie del tribunale con qualche rimasuglio delle guerre balcaniche: il mondo è grande, lo sappiamo, e non si può arrivare a tutto.
Purtroppo, però, il nostro Ministro della Giustizia Mastella ritiene un’aggravante – oh, mica roba da ridere, dai tre ai dodici anni di carcere, che nemmeno un mafioso conclamato se li becca – se:

“l'istigazione a commettere crimini contro l'umanità (e se gli atti di discriminazione) sono stati commessi negando in tutto o in parte l'esistenza di genocidi o di crimini contro l'umanità per i quali vi sia stata una sentenza definitiva di condanna da parte dell'autorità giudiziaria italiana o internazionale".[2]

Ma, se voi continuate a frequentare la sola riserva di caccia della Jugoslavia e vi dimenticate del resto del pianeta, come facciamo ad accontentare Mastella? Dovremo, ogni volta che verremo condannati per la “legge Mastella”, ricorrere al Tribunale di Strasburgo?
Dobbiamo allora tornare da capo, rientrare nei confini e dire quattro parole all’orecchio del Ministro Mastella.

Ministro, lasci perdere le grandi questioni internazionali: non è farina del suo sacco, e si vede.
Non c’interessa sapere chi le ha dato “l’imbeccata” per un simile farfuglio giuridico, ma è meglio che si occupi di far funzionare la giustizia: il sottoscritto, per una normalissima causa civile, dopo sette anni è giunto solo alla sentenza di primo grado. Camperò abbastanza per leggere il pronunciamento della Cassazione?
Se non se la sente, si occupi di Ceppaloni e dintorni – sappiamo che la cosa le sta molto a cuore – oppure chieda consiglio a qualcuno più esperto di lei in queste faccende. Sappiamo che consigliarla di chiedere aiuto a Di Pietro non l’aggrada, ma ci sarà pure qualcuno – magari fra i molti amici che ha nel centro-destra – che potrà fornirle un parere: Pecorella? Biondi? Taormina? Ce ne sono tanti…

Se anche questa strada è impraticabile per opportunità politica – e sappiamo che lei è maestro di galateo politico e di manuale Cencelli – si occupi della sua amata Ceppaloni e dei suoi abitanti, così bisognosi d’aiuti economici e di posti di lavoro, e lasci stare le grandi questioni internazionali. Lo so, è un bel grattacapo quando si esce dal paesello e si viene chiamati a dissertare su qualcosa di un po’ più grande di una disputa da campanile: in questi casi, i manuali militari consigliano una saggia ritirata.
Non vorrà mica – al prossimo indulto – dover emanare un emendamento che privi dei benefici i condannati per reati d’opinione ascrivibili alla “legge Mastella”? Che pessimo modo di lasciare il proprio segno nel tempo.

Carlo Bertani bertani137@libero.it www.carlobertani.it


[1] Lo riferisce addirittura uno storico americano, John Toland, nei suoi scritti.
[2] Il testo del decreto è quello riportato da La Repubblica .
Su quest'ultimo tema, vi prego di andare a leggere anche: Mastella e le parole ideologiche.
Bersani, il ras delle COOP rosse
Maurizio Blondet

Il Ministro alle attività produttive Pierluigi Bersani

Anche per chi la conosce e l’ha vista all’opera, la sfrontatezza di Pierluigi Bersani riesce sempre a lasciare senza fiato, allibiti.
E’ riuscito a far passare come una «liberalizzazione» del governo di sinistra l’abolizione del balzello sulle ricariche telefoniche.
Di fatto, era un atto dovuto e obbligatorio: persino il capo dell’Authority sulle telecomunicazioni
(il tizio si chiama Catricalà) stava per dichiarare illegale quel balzello, e ciò non di sua iniziativa, ma su richiesta delle autorità europee, attivate da privati cittadini.
In realtà, Bersani ha fatto di tutto per ritardare l’ineluttabile decisione.
Non ha appoggiato affatto quei privati consumatori.
Ed è facile capire perché: con quel costo sulle ricariche, illegalmente e senza far nulla, i gestori TIM, WIND e VODAFONE hanno incamerato 1,7 miliardi di euro l’anno.
Da una cifra così grossa, i beneficiari avranno sicuramente ritagliato un «aiutino» per i partiti.
E così sono tutte le pretese «liberalizzazioni» di Bersani, accolte dai giornali e dagli elettori di sinistra con uggiolii servili di soddisfazione, con sospiri di «giustizia è fatta, profittatori che affamano il popolo».
Spenderemo meno in barbieri, scodinzolano i sinistri, perché chiunque potrà diventare barbiere senza licenza e tenere aperto il lunedì; i giornali li troveremo dappertutto.
Le guide turistiche non saranno più contingentate, gli agenti immobiliari nasceranno come funghi, le autolinee saranno libere e private, chiunque potrà aprire una scuola guida, i cinema potranno aprire a dieci metri l’uno dall’altro… ridicolo.
Semplicemente ridicolo.

Dunque, se le cose andavano male in Italia era colpa di barbieri, giornalai, taxisti, benzinai, agenti immobiliari e guide per turisti, questi capitalisti, con le loro scandalose rendite di posizione.
Punirli, metterli alla frusta della concorrenza, ecco la giustizia sociale.
Nessuno dice che queste «liberalizzazioni», ridicolmente minime, hanno un solo scopo evidente: favorire la grande distribuzione.
E’ negli ipermercati che verranno messi i giornali, i tabacchi, le pompe di benzina «liberalizzati» con lo sconto di 3 centesimi al litro; lì ci sarà l’angolo dell’agente immobiliare liberalizzato, il farmacista, il barbiere aperto il lunedì.
Bersani ha in mente una sola cosa: favorire il polipo tentacolare comunista che sono le COOP, Unicoop, Legacoop, Unipol ed altre furbetterie del quartierino.
A questo servono le sue ridicole riformette.
Anche se ad avvantaggiarsene saranno, soprattutto, i colossali gruppi francesi, Auchan e Leclerc che lavora con Conad.

Ma questa è la strategia delle sinistre al governo: colpire le categorie deboli, non protette da potenti sindacati, come gli artigiani marginali, e favorire i grandi gruppi.
Ovviamente al primo posto le COOP, questo polipo che non paga le tasse gravanti sulle altre imprese perché privilegiato dal sistema di consociativismo politico-economico che arricchisce il partito DS, ex «dei lavoratori». (1)
Ma naturalmente, l’occhio di riguardo è per tutti gli altri gruppi potenti.
Bersani mica ha «liberalizzato» le tariffe del gas e dell’elettricità, mica si è accorto dei monopoli di fatto di ENI ed ENEL che fanno costare l’energia al cittadino italiano cinque volte più che nel resto d’Europa; mica ha spezzato il cartello dei gestori telefonici, questo scandalo che grida vendetta.
E nemmeno ha toccato il cartello bancario che ruba gli interessi ai depositanti, quando non rifila ai poveri pensionati bond argentini e simili porcherie per truffarli apertamente e semplicemente.
No, quelli no: quelli hanno i soldi (rubati a noi) e finanziano i partiti.
Per loro, niente concorrenza.
Alla frusta i taxisti, i barbieri, i tabaccai, i giornalai: questi miliardari, questi affamatori del proletariato.

E l’elettorato delle sinistre uggiola di gioia: abbiamo il miglior governo della storia!
L’onestà è finalmente al potere!
Non si può aver nemmeno pietà di un simile popolo che non vuole vedere in faccia la realtà.

Maurizio Blondet


Note
1)
Renato Brunetta («Il capitalismo in rosso», quaderni di Panorama) elenca così i benefici indebiti delle COOP rosse: «Mancanza di trasparenza dovuta all’esistenza di un socio occulto, il partito; mancanza di accountability del management [che è costituito di membri del partito]; disparità di trattamento [fiscale] rispetto alle società di capitale; insufficiente potere di controllo da parte dei soci; commistione di interessi con le amministrazioni pubbliche e le società pubbliche ‘alleate’».
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Ed è in questo ambito che si inserisce il neonato "movimento in difesa dei lavoratori autonomi". Non è un movimento nato per tutelare quelle enormi e rare realtà italiane impregnate di corruzione e politica che ci salassano dalla mattina alla sera, ma quella stragrande maggioranza di piccoli artigiani, professionisti, piccole e medie aziende che fanno da traino alla nostra economia ma vengono sempre più screditate e colpevolizzate.
In parallelo vi consiglio di dare un'occhiata anche a "La classe che ci opprime".
Ed in particolare riguardo a questo ultimo articolo, avevo già accennato qualcosa qui sul blog quando ho postato: "Riforma pensioni: anche per Ciampi"

Non spaventatevi se tanti articoli vengono da EFFEDIEFFE, ma è uno dei rari esempi di giornale serio, che documenta quello che scrive lasciando la necessaria bibliografia e che fortunatamente non è ancora stato chiuso.

Poi ci sarebbe da parlare della Soia... vi lascio un link, accontentatevi: Soya, il falso cibo.

Ci sarebbero tante cose da dire... vi lascio un altro link: diverticolo. Troverete molti articoli, a cui si può credere o meno, il collegamento ad una pagina ricca di pdf scaricabili e molto altro. Il bello è che tutto quanto è correlato da note e ricche bibliografie.

Mi fermo qui che devo andare a fare ripetizioni... stasera rileggerò il tutto e forse alleggerirò leggermente i toni dell'incipit per evitare querele e la chiusura del blog... forse!

Marcello

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